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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Vespa e l'intervista a una vittima di violenza, parte dalla Sicilia la richiesta di provvedimenti disciplinari

La Commissione pari opportunità dell'Assostampa chiede alla Rai di prendere posizione per le “gravi affermazioni irrispettose, lesive e denigratorie” nei confronti di Lucia Panigalli. L'impegno della Cpo per sensibilizzare e formare su un linguaggio più idoneo

E' stato deferito al Consiglio di disciplina del Lazio, Bruno Vespa per l’intervista alla signora Lucia Panigalli su Rai 1, durante la puntata di Porta a Porta del 17 settembre. La richiesta è partita dall’Odg nazionale, ma anche dallo stesso Odg del Lazio.

All’Ordine di appartenenza di Vespa è giunta anche la segnalazione della Cpo di Stampa Romana e quella della Commissione Pari Opportunità di Assostampa Sicilia con una dura presa di posizione sui toni e i modi utilizzati dal giornalista nei confronti di una donna vittima di due tantati omicidi, firmata dalla presidente Ina Modica con Graziella Lombardo, Cristina Graziano, Lina Bruno, Maria Torrisi e  Romina Marceca.

“Invitata per denunciare la sua triste storia di violenza e minacce, la donna - che promuove anche una proposta di legge presentata con la senatrice Laura Boldrini che permette di modificare l’articolo 115 del codice penale e di punire il mandante di un tentato omicidio - è stata ripetutamente apostrofata dal giornalista con gravi affermazioni irrispettose, lesive, denigratorie o svalutative dell’identità e della dignità femminili proprio mentre raccontava nove anni in cui è stata massacrata a sangue, a pugni e a coltellate dal suo ex che non le ha mai perdonato di essere stato lasciato - si legge nella nota della Commissione Pari opportunità -  Nonostante fosse in carcere, l’uomo ha perfino commissionato l’omicidio della donna a un sicario bulgaro in cambio di 25mila euro, un trattore e un’auto.

Parlare di “follemente innamorato” o “18 mesi sono un bel flirtino però...” o dire “a differenza di tante altre donne, lei è protetta, non corre rischi” oppure “posso chiederle di che cosa si era innamorata?” è un modo di condurre da parte del giornalista in questione, lontano da quello che dovrebbe essere un uso corretto e consapevole del linguaggio richiesto a chi svolge professionalmente questo, più che mai se si tratta di un professionista del servizio pubblico televisivo.

Ci aspettiamo - conclude la Cpo dell'Assostampa siciliana - che l’Ordine dei Giornalisti di appartenenza prenda provvedimenti così come è necessaria una presa di posizione ferma e chiara da parte dell’azienda pubblica sul conduttore di Porta a Porta”.

Nei prossime mesi la Cpo si è impegnata ad organizzare, in tutte le città siciliane, da Palermo a Messina, una serie di iniziative e incontri per sensibilizzare e formare sul linguaggio più idoneo, dove si fa attenzione a raccontare il femminicidio dal punto di vista di chi subisce violenza e nel rispetto della sua persona.

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