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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Aperitivo a Messina, ecco 4 posti e altrettanti barman di cui Messina non può più fare a meno

Da Doddis, regno del campione Pippo Porco, al top Michele Salerno, passando da Dario Costa e dal re della movida Duilio Bello. Guida pratica fra i migliori cocktail per messinesi, turisti e incurabili antipastari fatta apposta per voi dal Dj Alfredo Reni

Alfredo Reni-2-2L’aperitivo è una invenzione tutta italiana. Già il nome ha una origine latina, l’aperitivus, per i romani era la bevanda di apertura ed era in grado di stimolare la fame. La sua nascita ufficiale nel modo in cui è noto nel mondo è a Torino, nella bottega di Benedetto Carpano, che crea una miscela di vino bianco addizionato con oltre 30 erbe e spezie, a cui da il nome di Vermut. Esportato in tutta Europa, il vermut viene poi prodotto dalla Martini & Rossi e da quel momento “Martini” diventa sinonimo di aperitivo per eccellenza oltre che base essenziale per molti cocktail come ad esempio il Negroni. Il rito dell’aperitivo si è svolto per anni tra le 18,30 e le 20, precedeva e stimolava la cena.

Poi si è pian piano trasformato, ha occupato altri spazi, si è chiamato Happy hour, ha spesso addirittura sostituito la cena con il nome di apericena, poi declinato con altre orribili varianti, da aperipesce ad aperisushi ad aperilimortaccivostri. Il vero aperitivo è il rito che sancisce la fine della giornata lavorativa, quel momento in cui ti lasci alle spalle lo stress di una giornata faticosa, incontri persone con cui parlare di tutto tranne che di lavoro, e un buon drink assume un ruolo fondamentale.

E se aperitivo si associa al buon bere, quali sono i posti che a Messina possono vantare questa caratteristica? Abbiamo scelto (arbitrariamente of course, non siamo depositari di alcuna verità) luoghi che mettono insieme e la storia di questo rito in città, e i barman, i maestri di cerimonia dell’aperitivo, che con il loro talento sono in grado di procurare il giusto piacere al nostro palato.

Fin dagli inizi degli anni 80 c’è un bar che diventa il punto di riferimento per gli aperitivi in città. È il Bar Lombardo. Al banco c’è Franco Toscano. Cresciuto alla scuola di quello che viene riconosciuto come il padre spirituale di tutti i barman della città, Mike Libro, Franco deve la sua popolarità, e la popolarità del suo bar, ad un drink di sua invenzione, il Saigon. È l’aperitivo messinese per eccellenza, perché il Saigon può essere realizzato solo a Messina. Fatto con vodka, coca buton, soda e granita di limone, è proprio quest’ultimo elemento che lo rende irrealizzabile altrove: la granita o è messinese o non è.

1. Doddis è lo storico ritrovo di via Garibaldi. Fu il regno di un altro grande barman messinese, Pippo Porco, vincitore di un mondiale per le miscelazioni. Ai suoi tavolini sia all’interno che lungo il marciapiede esterno qualunque sia la stagione, si danno appuntamento politici locali, giornalisti, un autentico saloncino per discutere i fatti del giorno e imbastire nuove strategie e nuove alleanze.

2: Michele Salerno è tra i top barman italiani. Il locale in cui opera, il Kajiki in inverno che diventa il Grecale in estate, è (insieme al 48 ed il Le Roi) nella lista dei 100 migliori bar italiani. Barman dal 2000, è dietro il banco bar del ristorante di Francesco Rella dal 2014, dove ha introdotto (oltre l’appuntamento classico dell’aperitivo) l’abitudine di gustare un drink anche durante la cena. Autore di notevoli Negroni (drink all’apparenza semplice ma è proprio la semplicità un essenziale banco di prova), il suo preferito è il Vieux Carrè,un grande classico della miscelazione, fatto di Rye whisky, Cognac e Vermout rosso, a cui Michele aggiunge l’amarena. Il suo drink dell’estate 2019 è l’Essents, creato con la collaborazione dello specialista in fragranze Fulvio C. Misitano. Dentro c’è Nikki coffee grain, un whisky prodotto in Giappone, Rhum Don Papa, prodotto in India, nettare di frutto della passione, albume d’uovo, Bitter caramellato salato e bitter all’olio di succo d’arancia. Ancora, un mix di pepi neri e rosa ed in cima una finitura di mandarino rosso. Il risultato lo potete vedere in foto. Ma per gustarlo, obbligatoria una tappa al Grecale: una di quelle esperienze da tramandare agli eredi “Io l’ho bevuto”.

3. Duilio Bello è stato per anni il barman della movida degli anni 2000: M’ama, Blanco, 090, Charlie Chaplin. Dal 2013 gestisce insieme al fratello due dei principali luoghi dell’aperitivo in città, Le Roi in galleria, e l’esclusivo 48, dove si accede tramite una password che viene modificata ogni settimana. Da questi due locali, Duilio ha reso popolari, tra gli altri, il cocktail al cetriolo, lo shot con vodka succo di cetriolo ed in cima una fetta di cetriolo con sale nero di Cipro. E la versione “maxi” nota col nome di cetriolino. Ancora, la miscelada, il classico boccale da birra con impugnatura, con un fondo di assenzio e una bottiglia di birra Vaisse a testa in giù: man mano che tiri fuori la bottiglia, la birra a contatto con l’assenzio da un effetto “eruzione”. 

Dall’apertura di Le Roi ad oggi, le miscelade servite sono state ben 13.000. Appassionato e studioso dell’arte della mescolazione, Duilio ha proposto per primo, nel 2015, il drink più popolare degli ultimi anni, il Moscow Mule. Da questa “cronistoria”, capite perché Le Roi e 48 sono (cosi come Kajiki) nella top 100 dei cocktail bar italiani. Per l’estate 2019 Duilio è al banco del Blanco: vi consigliamo Anonimo barone, creato per festeggiare i 100 anni del Negroni, un mix di Gin Bombay, Bitter riserva speciale China, Liquore di Genziana, Angostura ed Artiglio del re. Se avete caldissimo, allora Ultimo Mango a Parigi è il drink giusto

4. L’Aperitivo di via Tommaso Cannizzaro ha la mission già nel nome. Locale per 4 stagioni, con uno spazio interno e tavolini fuori (la cui storia amministrativa credo sia nota), è il punto di ritrovo dal tramonto in poi della generazione thirty something, ed ha sempre avuto al bar figure coetanee dei suoi frequentatori. Come Dario Costa, attuale barman del locale. Dario inizia a 19 anni frequentando una scuola per barman ed una per fly bartender. Ha una esperienza di lavoro a Tenerife da dove rientra nel 2017. È al banco di locali della movida come We Playa, Riva, Blanco, ed in bistrot come Lepanto e Quarto di Luna. Il suo drink per l’estate è il Viaggio alle Bahamas: tequila, mandarinetto Amantea e soda al pompelmo rosa.

Ci sono altre figure ed altri locali che meriterebbero spazio e menzione: Umberto Phil Oliva che miscelerà allo Sky Bar Martini di Vulcano, Filippo Dodisi dell’Extravergine, Solomya che dal Chorus Cafè di Roma sarà anche lei a Vulcano al Castello, Tiziana Conti, Peppe Coglitore, Melania Andreacchio Se l’editore è d’accordo, farò un nuovo giro alla scoperta dell’aperitivo. Son sacrifici, è un duro lavoro, ma qualcuno dovrà farlo.

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