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Caso Bibbiano, Cannistrà: “Si faccia chiarezza anche sugli affidi a Messina”

La consigliera comunale del M5Stelle interroga sindaco, Giunta e dipartimento Politiche Sociali sulle procedure adottate. La richiesta su input della commissione Pari opportunità in tutta Italia dopo i risvolti dell'operazione “Angeli e Demoni”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MessinaToday

Dopo il caso di Bibbiano e i risvolti dell’operazione “Angeli e demoni”, su input del gruppo nazionale Pari Opportunità e della senatrice Grazia D’Angelo (segretario della Commissione bicamerale Infanzia e adolescenza), la consigliera comunale del M5Stelle Cristina Cannistrà ha presentato un’interrogazione al sindaco Cateno De Luca, alla Giunta e al dipartimento Politiche Sociali per fare la massima chiarezza sulle modalità di affido dei minori a Messina e verificare la correttezza delle procedure adottate dagli organi competenti.

«Si tratta - spiega l’esponente del M5s - di una battaglia che stiamo portando avanti in tutta Italia e che verrà estesa anche agli altri consigli comunali della Sicilia. Ogni anno sono tantissimi i minori allontanati in modo coatto dalle proprie famiglie e non sempre con motivazioni tali da giustificarne la drastica scelta. L’obiettivo - prosegue - è quello di analizzare in modo approfondito dati e report in modo da poter monitorare la situazione degli affidi familiari e il funzionamento delle strutture di accoglienza in tutta la regione. Non mettiamo in dubbio la buona fede degli operatori e degli addetti ai lavori, ma riteniamo fondamentale promuovere una politica responsabile sul tema e vigilare su modalità e gestione dell’inserimento dei bambini nelle strutture»

«Nello specifico - spiega ancora la consigliera - il gruppo di lavoro Pari Opportunità ha elaborato una serie di attività ispettive per conoscere quanti sono attualmente i bambini allontanati dalle loro famiglie di origine, a quale tipologia di affidamento extra familiare si è ricorso, quanti sono gli esiti positivi di rientro/riaffido del minore e quanti controlli sono stati attivati dagli organi di competenza del Comune negli ultimi cinque anni, e con quali esiti».

Obiettivo dell’interrogazione, infine, è quello di capire in quanti casi l’affidamento sia stato disposto senza porre in essere gli interventi di sostegno e di aiuto alle famiglie di origine (previsti dalla Legge n. 149 del marzo 2001) e a quali organi competenti e a quale tipologia di affidamento extra familiare si è ricorso.

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