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Cronaca Milazzo

Dalla villa romana di Gerace a Milazzo, Musumeci: “Archeologia priorità del mio governo”

Completati i lavori nel sito vicino la Villa del Casale di Piazza Armerina. Ma sono sette i cantieri aperti, compresa la necropoli greca dell'antica Mylai

Dopo dieci anni, grazie al finanziamento del governo Musumeci, sono ripartite le campagne di ricerca, scavo, messa in sicurezza e miglioramento della fruizione nei siti archeologici minori dell’Isola. A Messina, gli scavi archeologici interessano il sito della necropoli greca dell’antica Mylai, a Milazzo.

Il primo impegno della Regione, pari a cinquecentomila euro, ha finora riguardato, oltre a Gerace, dove si sono conclusi i lavori di sistemazione della Villa romana a 15 chilometri dalla Villa del Casale con l'installazione della copertura, pulizia della zona e realizzazione di percorsi di visita e supporti didattici, altri sette cantieri nelle province di: Palermo (Complesso di età medievale di San Giovanni degli Eremiti); Catania (pulitura dei mosaici, ripristino, restauro e messa in sicurezza della Villa romana con le Terme di contrada Castellitto); Agrigento (necropoli di “Monte Mpisu” e area di “Monte Castello” dove le strutture del castello medievale si sono impiantate su strati preistorici e greci); Trapani (a Pantelleria scavo, rilievo e studio di Mursia, il villaggio preistorico costituito da capanne e con la necropoli costituita dai Sesi); Ragusa (Villa romana di Giarratana, del III secolo dopo Cristo); Messina (scavi archeologici nel sito della necropoli greca dell’antica Mylai, a Milazzo).

Dal punto di vista archeologico Milazzo è ritenuta una vera miniera. Nel corso dei decenni numerosi, e tutti di notevole importanza, i ritrovamenti effettuati ad opera della Soprintendenza di Messina.

Quella di Mylai è un area risalente al VI-IV secolo avanti Cristo e i cui lavori saranno finalizzati all’esplorazione completa della zona e al recupero accurato dei corredi per la musealizzazione dei reperti nell'Antiquarium archeologico. Il sito venne individuato nel 1992 presso il terrazzo delle pendici orientali dell’altura collinare su cui sorge il Castello, in seguito all’avvio di lavori edilizi per la realizzazione di un parcheggio pubblico. La decisione di interrompere i lavori e la successiva segnalazione inviata presso gli uffici della Soprintendenza di Messina consentirono l’intervento di una equipe archeologica che effettuò una prima serie di sondaggi.

«La ripresa dei lavori di scavo, ricerca e conservazione del prezioso patrimonio archeologico siciliano - commenta il presidente della Regione Nello Musumeci - è una delle priorità per il mio governo. Ci eravamo posti un primo obiettivo di riavviare un’attività che tanto lustro ha dato, in passato, alla Sicilia e lo abbiamo raggiunto. E’ soltanto una prima tappa, si apre una nuova stagione che consentirà alla nostra terra di ottenere un duplice risultato: arricchire l'offerta culturale del nostro patrimonio archeologico a turisti, studiosi e curiosi e riappropriarsi di una tradizione scientifica indispensabile per lo studio e la conservazione della nostra memoria».

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