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Cronaca

Morosi dell'Amam, De Luca chiude i rubinetti a 42 utenze ma la lista resta top secret o quasi

Centocinquantuno diffide per un debito di quasi due milioni. “Vi sarà consentito al massimo di lavarvi la faccia”. Nell'elenco ristoranti e attività commerciali blasonate. E sugli amministratori di condominio tira in ballo Zuccarello. Ecco le cifre del pozzo di San Patrizio. Con nuove sorprese anche giudiziarie

Sono tanti i condomini nell'elenco del blitz disposto dal sindaco di Messina Cateno De Luca con il presidente dell'Amam Salvo Puccio che nella notte sono andati a caccia dei morosi, di coloro insomma, che non pagano l'acqua da anni. 

Lo ha comunicato in un post su facebook - dove aveva annunciato anche il blitz - in cui promette che da lunedì alcuni di questi grossi utenti,  condomini, ristoranti, attività commerciali blasonate, cominceranno a ricevere l'acqua al minimo di legge, con una restrizione che gli consentirà di lavarsi al massimo la faccia. 

“Questo perchè la legge prevede una certa procedura - spiega il sindaco - Diffide fatte, dialoghi con gli amministratori pure e ci risuta che tanti si sono fottuti i soldi e tanti condomini sono incavolati perchè costretti a pagare per chi non paga e vorrebbero mettersi un contatore autonomo. Insomma, problemi che si trascinano da decenni e che nessuno mai ha voluto risolvere - continua nel suo video su fb - Tenete presente che qualcuno è stato anche coperto con alcune complicità, perchè ogni anno che passa è un anno che avvicina alla prescrizione. Questo rientra nelle varie porcherie che abbiamo purtroppo ereditato e denunciato”.

Sui nominativi massimo riserbo da parte del sindaco “anche se quasi quasi - ha detto sornione - lo manderei a tale Daniele detto Zuccarello (ex consigliere comunale, ndr) che mi pare che fa l' amministratore di condominio e ne gestisce un poco di quelli che sono in questi elenchi. Lui è impegnato a fare sempre polemiche, magare se amministrasse meglio, sarebbe utile per i propri condomini. A lui magari gliela faremo avere la lista”. 

Certo la notizia coglierà alla sprovvista l'ex consigliere comunale, che interpellato sull'argomento nella mattinata non era a conoscenza di provvedimenti che riguardavano i suoi condomini. “E comunque - ha detto quando ancora il sindaco non aveva postato i risultati del blitz - De Luca non può parlare di evasori rispetto a coloro che non pagano l'acqua. Sono tanti quelli in difficoltà, che non pagano perchè è troppo cara...”.

Cara o meno, quello che è certo è che dall'uno novembre gli utenti che risultano nell'elenco riceveranno la riduzione o sospensione per le utenze domestiche, mentre per le attività commerciali il distacco sarà assoluto. “E se venite a protestare - avverte De Luca - faccio un post su facebook e comunico i nomi pubblicamente, perchè le persone che sono in questo elenco non hanno nulla a che vedere con lo stato di indigenza. Si tratta soltanto di malcostume a tutti gli effetti”.

De Luca ha spiegato che negli ultimi due mesi, a campione, sono state spedite 151 diffide con annuncio di distacco per oltre 4.239.410,25 milioni di acqua non pagata. “Importo che equivale solo a 151 utenti che - dice de Luca - continuano a cincischiare. Qualcuno ha presentato istanza di rateizzazione, altri dicono che loro pagano ma altri condomini no, altri ancora che è stato l'amministratore di condominio che si è fregato i soldi. Al Comune - spiega De Luca - questo non interessa. Rivolgetevi a chi di competenza, c'è l'autorità giudiziaria, mettetevi d'accordo fra di voi o denunciate”.

A 42 di questi 151 sarà disposta la chiusura totale e ad alcuni la riduzione. Si parla di un debito pari a 1.839.774,65. “Ci siamo capiti che non è più tempo di continuare così?”.

Quello della lotta ai morosi dell'Amam è stato un cavallo di battaglia per De Luca. Anche nel suo resoconto di un anno di attività ha riservato cifre di un malcostume noto da tempo.

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Come riporta nella sua relazione l'Amam è una azienda sull’orlo del fallimento proprio per i crediti non riscossi: oltre 120 milioni di morosità. Amam non riscuote il credito che serve a gestire l’azienda e quindi manca la cassa per fare quanto utile alla gestione. De Luca ha denunciato che non era stata effettuata la gara per la chiusura o riduzione idrica dei morosi e l’appalto, di piccolo importo, è immediatamente scaduto. “Questo non permette di avere armi coercitive nei confronti dei debitori - aveva detto al comizio del 29 settembre e messo nero su bianco nella relazione -  Non esiste alcuna squadra che verifichi gli allacci abusivi considerando che, per verifica statistica, si arriva sino a circa 200 l/s di allacci abusivi cioè pari a circa 1/8 dell’acqua distribuita in città. Abbiamo avviato le diffide a tutti i condomini ed avviato una stretta sulle attività commerciali. Purtroppo, per avviare una seria campagna di recupero del credito, tutto passa dal sistema di gestione software e, quindi, la vera battaglia partirà al cambio di sistema gestionale come da cronoprogramma indicato in precedenza. Una cosa è certa, si baserà sul fatto che tutti devono pagare l’acqua perché tutti possano beneficiare degli investimenti che con queste risorse si faranno”.

Una vera mina vagante la gestione dell'Amam. Un pozzo di San Patrizio che continua a riservare sorprese. Anche in sede giudiziaria.

Oltre le denunce della nuova amministrazione comunale, c’è un nuovo filone d’indagine aperto dalla Procura della Repubblica di Messina per verificare legittimità e congruità degli appalti e degli affidamenti di cottimi fiduciari da parte dell’Amam ad alcune imprese siciliane nel periodo compreso tra il 2013 e il 2016.

Lo ha anticipato Stampalibera, riportando gli atti del processo Terzo livello che vede imputati chiave l’ex presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile, noti professionisti e commercialisti, imprenditori e l’ex presidente del Consiglio d’amministrazione Amam, Leonardo Termini.

Chiamati a deporre come testi, l’ex direttore generale dell’azienda acque ed acquedotti, ingegnere Luigi La Rosa, e il funzionario Amam  ingegnere Francesco Cardile, hanno appreso dal pm Fabrizio Monaco di essere stati iscritti nel registro degli indagati in relazione ad un procedimento connesso all’inchiesta sul Terzo livello, relativamente a una serie di appalti affidati dall’azienda di viale Giostra.

“Si tratta del procedimento n. 3592/2017 con stralcio di relativi atti nell’ambito di questo processo e risulta ancora pendente”, ha spiegato il Pm. Un vero e proprio colpo di scena che ha sorpreso gli ingegneri La Rosa e Cardile, alcuni degli imputati e i difensori presenti in aula. I due professionisti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere e l’udienza è proseguita con l’esame di altri testimoni.

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