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Cronaca Gazzi

In carcere con un cellulare nascosto nel retto, detenuto incastrato dalla radiografia

Protagonista un giovane in trasferimento da Siracusa al carcere di Gazzi. Il suono insistente del metal detector ha allarmato i poliziotti. L'inusuale scoperta dopo un esame al pronto soccorso del Policlinico

Giunto in carcere, avrebbe dovuto separarsi dal suo cellulare, ma non avendo la minima intenzione di farlo ha deciso di nasconderlo nel retto. 

Protagonista un giovane detenuto in trasferimento da Siracusa al penitenziario di Messina. Quando ha oltrepassato il metal detector l'allarme ha iniziato a suonare, gli agenti hanno quindi provveduto a una nuova perquisizione, più dettagliata, ma quel bip continuava ad avvertire la presenza di un oggetto non identificato.

Il ragazzo, rimasto praticamente nudo, ha però deciso di non rivelare il suo "segreto" ed è quindi stato accompagnato al pronto soccorso del Policlinico. Giunto in ospedale, i medici sono stati costrettti a ricorrere ad un esame radiologico.

L'esito ha lasciato il personale sanitario a bocca aperta: dalle lastre è emersa chiaramente la presenza di un cellullare, compreso di carica batteria, incastrato nel retto del paziente. 

Per estrarre i due oggetti sarebbe stato necessario un intervento invasivo, ma quando i medici hanno iniziato a preparare i ferri il giovane detenuto si è fatto avanti e ha esclamato: "Scusate, ma preferisco fare da me". A quel punto il ragazzo è stato accompagnato in bagno e dopo pochi minuti è riuscito ad espellere naturalmente i due corpi estranei.

Scortato dai poliziotti, il detenuto è rientrato nel carcere di Gazzi e questa volta il metal detector è rimasto muto. 

La presenza di cellulari tra le sbarre è un fenomeno allarmente che negli ultimi mesi si è manifestato più volte. Lo scorso 6 agosto il sindacato Sappe ha denunciato la scoperta di tre telefonini che altrettanti detenuti utilizzavano all'interno del reparto di media sicurezza del carcere di Gazzi.  Episodio simile nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto. 

Sul caso procura e squadra mobile hanno aperto un'inchiesta.

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