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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Picchiata dal marito trova la forza di denunciare, dal Cirs un alloggio segreto per lei e la sua bambina

Affidata al centro per il reinserimento, una donna che ha trovato la forza di dire basta. La presidente Celi: “Tante le tragedie che si consumano in silenzio ma con gli aguzzini in casa non possono neanche telefonare per chiedere aiuto. Scappate, noi vi aiuteremo”

Picchiata dal marito ha trovato ieri la forza di dire basta ed ha trovato nel Cirs un porto sicuro. E' accaduto ieri a Messina. La donna con la sua piccola di 18 mesi è stata accolta dal Centro di reinserimento di via XXIV Maggio su richiesta del servizio sociale professionale del Comune di Messina trovando la forza di dire basta all'inferno domestico in cui era piombata insieme alla sua bambina. 

Dopo avere proposto denuncia alla locale stazione dei carabinieri di Giostra dove è stata accolta dal personale (femminile) presente in stazione e ascoltata dal maresciallo aiutante Luciano Sgambati, la signora è stata “presa in carico” dal Cirs che da anni sostiene e ospita le donne vittime di violenze e i loro figli. In questo momento, in osservanza delle disposizioni per il Coronavirus, il Cirs non può più accogliere nella struttura ma ha dovuto trovare una situazione alternativa e segreta per garantire la sucurezza della donna.

“Oggi la donna è al sicuro per tutto il tempo che servirà a farle guardare il futuro con fiducia e a non avere più paura - spiega Maria Celeste Celi, presidente del Cirs - Siamo fortemente preoccupati in questo momento perchjè la convivenza forzata in alcune famiglie in questo periodo di emergenza diventa un altro fattore scatenante per le violenze domestiche. Tra l'altro, controllate a vista dai loro aguzzini, le donne non sono spesso neanche nelle condizioni di telefonare. Una preoccupazione in un momento in cui ci si adopera per creare numero telefonici a supporto ma dobbiamo registrare invece un calo nelle telefonate. Quello che per tante è un porto sicuro, coma la famiglia, per altre diventa una trappola mortale e anche chiedere aiuto è più difficile. A loro diciamo uscite di casa quando subite aggressioni, scappate via e cercate aiuto”. 

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Dopo la tragedia di Furci e altri due episodi di violenza che si sono consumati in famiglia nella stessa giornata, si leva alto l'appello di Maria Celeste Celi a tutti quelli che vedono o sentono situazioni di pericolo. “Non giriamoci dall'altra parte - spiega la Celi - in questo momento può fare la differenza segnalare situazioni a rischio anche nel vicinato”.

Ma ancora più importante per la presidente del Cirs avviare protocolli di intesa per reperire nuove soluzioni abitative anche di carattere temporaneo che permettano di dare ospitalità in emergenza a donne vittime ed anche a quelle vittime che per motivi sanitari non possono trovare accoglienza in case rifugio e centri donne anti violenza.

“Il Cirs - spiega - si è pertanto rimboccato le maniche e si è organizzato implementando la disponibilità di locali rifugio ad indirizzo segreto di cui direttamente o indirettamente ha conseguito la disponibilità reperendo sul territorio sistemazioni alloggiative ulteriori a quanto già esistente. Si vuole altresì consolidare una rete che garantisca esatta e completa informazione e un approccio interdisciplinare secondo standard regionali all’uopo previsti unitamente a rigoroso supporto sanitario doverosamente previsto nell’attuale momento”.

Quella di trovare soluzioni abitative ad hoc, anche requisendo alloggi, è una indicazione del ministero delle pari opportunità recepite dalla Regione.

“A tutte le donne in pericolo o che si sentono in pericolo - conclude la Celi - diciamo che possiamo aiutarle in assoluta sicurezza per loro e i loro figli. Chiamateci a quealsiasi ora al numero  +39 346 879 6089”.

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