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Domenica, 28 Aprile 2024
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Redazione

Cordoli, doppie file e centro città off limits alle auto: la rivoluzione della mobilità tra entusiasmi e anacronistiche proteste

L’amministrazione ha dato un’accelerata al famoso piano che dovrebbe proiettare Messina ad una dimensione di stampo europeo ma alcune resistenze fanno il paio con quei cittadini ostili alla differenziata che continuano a dilettarsi nel lancio del sacchetto creando discariche in giro per la città

In quest’ultimo scorcio d’estate, l’amministrazione ha dato un’accelerata al famoso piano che dovrebbe proiettare Messina ad una dimensione di stampo europeo. Una città, che dopo anni di immobilismo e inefficienza politico-amministrativa, sta vivendo una stagione di una apparente ripartenza. Aprono e si chiudono cantieri, si rifanno le strade, si mettono a dimora nuovi alberi, si organizzano concerti, sacre paesane e sfilate di ogni genere. E ad ognuna di queste azioni si assiste all’immancabile passerella nei media e nei social dei protagonisti che non perdono l’occasione per marcare la differenza con il passato: “noi siamo quelli del fare”. D’altronde il consenso ottenuto da questa amministrazione, alle elezioni, è stato plebiscitario. Un successo basato proprio sullo slogan della “continuità dei progetti” messi in cantiere. Un sindaco, eletto al primo turno, con il bene placido del 63% dei voti riportati sul 55% dei messinesi che sono andati a votare. Un successo personale da parte del Sindaco che, dalla lettura dei numeri, ha fatto emergere anche le solite porcherie delle segreterie politiche, avendo attratto su di sé anche i voti delle altre coalizioni.

Finita l’ubriacatura postelettorale, quella delle promesse e delle cambiali da pagare, e a distanza di oltre e più di un anno dell’inizio di questa sindacatura, la città ed i messinesi iniziano a guardarsi attorno e forse su molte cose non sembrano essere così convinti. I primi segnali provengono proprio dalla corazzata Basile De Luca (messi in quest’ordine sembrano un unico nome). La Previti lascia la nave (la ferita, per la mancata investitura a Sindaca, il tempo – neanche troppo - non è riuscita a sanarla), alcuni consiglieri eletti nelle liste del sindaco sono passati all’opposizione, e dulcis in fundo tutta una serie di personaggi che orbitavano attorno a De Luca e Basile, ogni giorno, sui social, non perdono occasione per sparare bordate (poco credibili) per denigrare l’“Amministrazione del fare”.

Una cosa è certa, negli ultimi dodici mesi, Messina è cambiata e sta continuando a cambiare sempre di più e volente o dolente, tutti i messinesi, non possono fare altro che prenderne atto e aspettare il risultato finale di questa trasformazione e poi tra quattro anni comportarsi di conseguenza.

Si è iniziato con i parcheggi di interscambio, il rifacimento delle piazze e delle isole pedonali, la messa in opera dei cordoli, il cambio di direzione e delle segnaletiche stradali, la realizzazione delle piste e dei marciapiedi ciclabili. Il tutto condito con il crescente potenziamento dei mezzi pubblici. Da questo elenco che cambierà radicalmente la viabilità cittadina, mancano ancora all’appello, i lavori di rifacimento della linea tranviaria e la nascita delle ZTL – quelle vere – che veramente rivoluzioneranno il modo di vivere (o non vivere più) le quattro ruote.

I parcheggi: Cavallotti, Cavalcavia, il fosso, i 4 parcheggi di viale Europa, i due di villa Dante, e tutti gli altri leggermente più periferici, non lasciano più alcuna attenuate a commerciati e automobilisti.

Il quadrilatero delimitato tra la Tommaso Cannizzaro ed il Viale Europa e tra la via La Farina e Via Catania di fatto è diventato off-limits e lo diventerà sempre di più (scopo direi raggiunto), ma è anche vero che all’esterno ci sono più parcheggi che auto, tanto che alcuni di essi, come più volte lamentato, dall’amministrazione e dal gestore (ATM), restano vuoti.

Insomma, al messinese ed ai commercianti del centro non resta nient’altro che adattarsi o morire (di sangue acido e camminate).

D’altronde, l’Idea del centro città e non solo, come la vedono alcuni nostalgici degli anni Settanta, non esiste più, perché non esiste più quella concezione del vivere le città e di questo i commerciati in primis dovrebbero farsene una regione ed iniziare magari a pensare ad una strategia per come attirare gli acquirenti. Forse richiedere a gran voce delle vere isole pedonali per trasformare i luoghi, lì dove insistono attività commerciali, in veri centri commerciali all’aperto.

Tutto questo ai messinesi appare lineare e digeribile?

Direi proprio di no!

Ed ecco spuntare i primi comitati anti-piste ciclabili mascherati da fautori del mezzo a due ruote che lamentano la pericolosità di quanto realizzato per non vergognarsi della loro contrarietà alle piste ciclabili e ai cordoli.

Capitanati dall’ex candidato a sindaco dei cinque stelle Gaetano Sciacca, si inventano una serie di motivazioni che non stanno né in cielo, né in terra.

Alla fine, non vorrei sbagliarmi, Gaetano Sciacca non fa nient’altro che cavalcare l’onda del dissenso, chissà forse per stizza dopo aver preso la batosta da parte dell’ex Sindaco Cateno De Luca.

Da uno come lui ci saremmo aspettati altro.

Nessuna vergogna e nessun comitato sulle doppie e triple file, sui marciapiedi dissestati davanti ai loro negozi, per gli scivoli dei disabili sempre occupati da improvvidi autisti, per gli ambulanti che occupano semafori e angoli di strada spesso causa di incidenti, per automobilisti che non rispettano pedoni, ciclisti e oggi anche monopattini.

La verità che della città e di Messina a questa gente non importa nulla, decimati da internet e dal commercio online, si scagliano anche contro la piantumazione di nuovi alberi perché dal loro punto di vista tolgono parcheggi e quindi clienti.

E mentre la loro agonia, iniziata molti anni addietro, palesemente additabile ad una serie di fenomeni certificati da dati certi e che hanno impoverito la nostra città, ancora una volta si suonano adunate stonate fuori da ogni tempo e da ogni logica.

Non sono stato un elettore né di questa amministrazione, né di quella precedente, e ci sono molte cose che non condivido ancora oggi. E non sono certamente tenero, nell’evidenziare, spesso, ma con critica costruttiva, certi comportamenti pilateschi e quello che non si sta facendo. Ad esempio per quanto riguarda il water front, le politiche del mare e gli impianti sportivi e cosa dire di certi interventi discutibili sul piano estetico (vedi Piazza Cairoli, Piazza del Popolo e la baracca di Cristo Re), ma al pari di quei cittadini ostili alla differenziata che continuano a dilettarsi nel lancio del sacchetto creando discariche in giro per la città, ho l’impressione che allo stesso modo, con una certa ostinazione, si voglia opporre una resistenza ad un cambiamento epocale che mette al centro la persona, la mobilità sostenibile, collettiva e pubblica che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) proiettarci in una nuova dimensione di città green, libera da inquinamento e senza auto.

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