Caro Conte ti scrivo, l'avvocato Ciraolo al premier: “Decreti e contraddizioni, ma soprattutto pochi controlli”
Il segretario dell'Organismo congressuale forense segnala le difficoltà nello Stretto dopo le polemiche per il nuovo esodo: “A rischio le comunità di destinazione, finità l'emergeza ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità”
Decreti, contraddizioni ma soprattutto mancata inosservanza di tanti provvedimenti anche per i ritardi tra gli annunci e l'effettiva entrata in vigore. Situazioni che a Messina hanno causato più di un disguido secondo l'avvocato Vincenzo Ciraolo, segretario dell'Ocf, Organismo congressuale forense, che ha preso carta e penna per scrivere al “collega”, presidente consiglio dei ministri.
“Da cittadino e da avvocato, avverto forte l’esigenza di esternare il mio pensiero - scrive a Conte Ceraolo - In questi ultimi 15 giorni ha emanato vari decreti, tutti caratterizzati da un fattore comune: sono stati preannunciati tutti in conferenza stampa, prima di essere sottoscritti e, di poi, pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale - sancendone l’efficacia - a distanza di 24/48 ore. Mi permetto di osservare che: le generiche enunciazioni di principio sui media, hanno provocato confusione e incertezza sull’effettivo contenuto degli emanandi decreti, creando una comprensibile e disordinata aspettativa in tutta la cittadinanza, non sempre le suadenti enuciazioni di principio hanno trovato corrispondenza nella stesura definitiva, creando ancor più confusione”.
Ma non mancano altri appunti: “I suoi uffici sono stati inondati da richieste di chiarimento e integrazioni di un testo non ancora definitivo - segnala l'avvocato di Messina - le versioni finali dei decreti, conseguentemente, spesso sono state incoerenti con le anticipazioni, con ciò creando maggiore confusione e incertezza; che il lasso di tempo trascorso tra le apparizioni in diretta TV o sui social e la pubblicazione degli annunciati decreti, ha consentito un imponente esodo di migliaia di persone da nord a sud, in maniera incontrollata. Non discuto - precisa Ceraolo - il diritto di costoro di spostarsi (purchè in regime di sicurezza), ma contesto l’assoluta mancanza di previsione del fenomeno - a voler pensar bene - e la totale assenza di controlli che metterà a rischio le comunita di destinazione, con il concreto timore di vanificare tutti i sacrifici fatti da coloro che, fino ad oggi, hanno osservato scrupolosamente le restrizioni imposte dai DPCM e dalle ordinanze sindacali susseguitesi nell’arco di queste settimane. Adesso - conclude - è il momento di resistere per sconfiggere il nemico invisibile ma, caro Presidente del Consiglio, passata l’emergenza sono certo che avrà modo di fornire i dovuti chiarimenti su quanto accaduto certo che chi oggi ha responsabilità di governo, saprà assumersi le proprie responsabilità. In fiduciosa attesa”.