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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Cultura e turismo, la ricetta di Caruso: “Messina dimenticata anche dai tour operator, ma io ho un sogno...”

L'assessore spiega la sfida per la ripartenza dopo il lockdown e le difficoltà legate alla limitatezza delle risorse economiche. Tra isole pedonali, caccia a spazi all'aperto e rivalutazione dei villaggi

Estate culturale a Messina: una sfida e una speranza in epoca di prevenzione del rischio coronavirus. La ripartenza, affidata alla capacità ideativa e alla progettualità, potrebbe però scontrarsi con la limitatezza delle risorse economiche. Ne abbiamo parlato con l’assessore alla cultura del Comune Enzo Caruso.

Assessore Caruso, la cultura a Messina, come nel resto della Sicilia, gioca la sua carta migliore: l’estate è ormai assodato infatti che la pericolosità - vera o presunta - del covid-19 si scontra con il clima caldo dei mesi che verranno. Prevede una lunga estate culturale nella nostra città?

“La strategia anti-contagio prevista dalla normativa non consentirà purtroppo l’organizzazione dei grandi eventi di richiamo, ma solo occasioni culturali e di svago che, comunque, daranno il senso di quanto l’amministrazione comunale, sta mettendo in atto per rendere Messina Città da Visitare. Per la prima volta, con il mio assessorato, si parla di strategia del turismo, in attuazione del programma elettorale del sindaco”.

Cosa può dirci sull’attuale stato di fruibilità degli spazi aperti ricadenti nella giurisdizione comunale? Penso a Villa Dante, al Giardino Corallo, all’Arena Cicciò. Quali e quando saranno potranno entrare nella disponibilità della cittadinanza per convegni manifestazioni pubbliche e quant’altro?

“Gli spazi che stiamo censendo devono avere, nel rispetto della normativa vigente, due caratteristiche fondamentali:  essere circoscritte, al fine di contingentare il numero massimo consentito di spettatori: essere sovradimensionati rispetto al numero massimo degli utenti consentito che va da 200 a 1000 posti in funzione dell’estensione dell’area. All’Arena di Villa dante con i suoi 2.500 posti disponibili, si aggiunge la possibilità di valutare la scelta dell’area logistica del Cavalcavia, che consentirebbe il montaggio dell’arena di proprietà del Teatro Vittorio Emanuele e alla quale pensiamo di dare il nome di “Arena Don Blasco” dato che sorge sul sito dell’antico Forte. Quest’area sarebbe supportata dai parcheggi Cavallotti, del “fosso” di via La Farina e di quello delle Ferrovie nella zona falcata. A nord, attualmente abbiamo individuato l’anfiteatro di Sperone che ha una capienza di 500 posti e del parcheggio Torri Morandi di Capo Peloro. Nella zona sud, siamo alla ricerca di siti idonei o di piazze opportunamente delimitabili. Al centro ci stiamo attivando per la riapertura del Corallo. Mi risulta che anche il Museo Regionale stia valutando la possibilità di offrire i suoi spazi”.

Due isole pedonali previste in via Laudamo e via San Filippo Bianchi. A quando la loro apertura e in vista di quali eventi?

“Non si esclude la chiusura di vie come la via Laudamo, per una rassegna gestita dal Teatro Vittorio Emanuele o di altri siti nei Casali o nei Villaggi per rassegne cinematografiche o di danza”.

Quante e quali risorse finanziarie mette in campo il Comune per l’allestimento del cartellone de “La città dell’estate 2020”?

“Attualmente, a causa delle cifre impegnate per il sostegno alle famiglie durante l’emergenza Covid-19, speriamo in un sostegno da parte della Regione”.

Lei per anni ha svolto una meritoria opera mirata alla conservazione e al costante miglioramento del Forte Cavalli di Larderia. Non ha pensato a un’offerta culturale  estiva - valida tanto per i cittadini quanto per i turisti - che preveda lo svolgimento di eventi all’interno di queste splendide strutture purtroppo ingiustamente trascurate?

“Le strutture fortificate, con le loro terrazze sullo Stretto e le Piazze d’Armi all’interno delle Mura, potrebbero essere luoghi idonei per ogni forma di spettacolo o eventi culturali.  Dobbiamo però consultare le Associazioni concessionarie che, anche se disponibili, dovrebbero garantire le norme di sicurezza previste per il dopo Corona Virus.  Se non ci fosse stata questa emergenza, nella qualità di assessore alla Valorizzazione del Patrimonio Fortificato, avrei già messo in atto il piano di rilancio che avevo già preparato”.

Turismo culturale a Messina. La nostra città può a suo giudizio aspirare a un ruolo-guida significativo in tal senso non solo come porta della Sicilia ma anche e soprattutto come contenitore in proprio di storia e di bellezza?

“Assolutamente sì. Il turismo ha bisogno di organizzazione logistica, è vero, ma necessita anche di un potere “attrattivo”, che è quello culturale. La nostra Messina oltre a questo, ha anche quello ambientale tra mare e monti, ha lo Stretto ed ha anche peculiarità uniche che non sono mai state messe a sistema per diventare offerta turistica. Per una città che accoglieva ogni anno 400.000 croceristi, non si è mai voluta “vestire a festa”: niente segnaletica per percorsi pedonali, niente tecnologia a supporto del visitatore, pochi avventori che parlano le lingue, negozi chiusi nelle ore di sosta dei turisti in transito e, soprattutto, nessun Tour Operator che promuova Messina come meta e città da visitare. La mia azione è volta a costruire un’immagine di Città attraente e, soprattutto, a ripopolare Messina di gente, che sceglie di pernottare in città, di viverla attraverso il mare e le escursioni, e conseguentemente che possa riempire negozi, bar, pasticcerie e ristoranti. Vi immaginate cosa significherebbe il turismo balneare, il turismo religioso, quello scolastico, quello convegnistico, camperistico  per una Messina svuotata di giovani e uffici pubblici? Riusciamo ad immaginare quanti ragazzi potrebbero essere assunti per soddisfare la richiesta di servizi per il turismo? Per realizzare un sogno, ci vuole un sogno. Immagina… puoi!”.

Peppe Ruggeri

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