Strage di Barcellona, salgono a cinque le vittime
Della ditta di produzione di giochi pirotecnici già accertata la morte di Venera Mazzeo, moglie del titolare Vito Costa che è vivo. Il figlio Nino trasportato con gravi ustioni al Centro di Palermo, il fratello Bartolomeo ricoverato al Fogliani di Milazzo non sembra in pericolo di vita come l'operaio Antonio Bagnato
Una tragedia. La famiglia Costa, molto conosciuta e stimata nel comprensorio tirrenico e non solo a Barcellona Pozzo di Gotto, è a lutto. Conosciuti per l'azienda tra le più importanti nella lavorazione e vendita di giochi pirotecnici i Costa hanno vissuto oggi il giorno più terribile della loro vita.
Le notizie ufficiose segnalano al momento cinque vittime e diversi feriti. Tra quest'ultimi per fortuna c'è il figlio del titolare, Nino Costa che ha riportato gravi ustioni agli arti inferiori di secondo e terzo grado e trasferito al Centro Grandi Ustioni di Palermo. Salvo il padre e titolare della ditta, Vito Costa, non ce l'ha fatta invece la moglie Venera Mazzeo di 71 anni. All'ospedale Fogliani di Milazzo si trova l'altro figlio di Vito Costa e della povera Venera Mazzeo: Bartolomeo Costa di 37 anni e l'operaio Antonio Bagnato che lavorava per conto della ditta impegnata nei lavori di infissi all'azienda di Femminamorta. Bartolomeo Costa - secondo le prime informazioni - se la caverà come l'addetto dell'impresa di infissi Bagnato di Milazzo.
Quando i Costa festeggiavano Garibaldi
Sui social gli amici di alcuni giovani operai hanno iniziato ad esprimere il loro dolore per la prematura scomparsa del giovanissimo Vito Mazzeo 23 anni appassionato di motori e Giovanni Testaverde 34 anni, sposato, rispettivamente di Barcellona e Merì. Un terzo operaio di 39 anni è deceduto nel tragitto vero l’ospedale. Si tratta di Mohamed Taeher Mannai, tunisino, da dieci anni in Italia.
Le indagini del procuratore Crescenti: “Ho visto scene terribili”
Una quinta vittima è stata ritrovata alle 22, identificata poi nel 36enne Fortunato Porcino, operario.
Quattro di loro dovrebbero essere operai della ditta che stava lavorando nel deposito dei Costa a quanto pare per collocare delle nuove porte di sicurezza. Secondo il procuratore capo di Barcellona Pozzo di Gotto Emanuele Crescenti l'azienda Costa aveva dato incarico all'impresa esterna Bagnato di Milazzo di eseguire gli interventi per rendere più sicura la fabbrica. Sarebbe stata la scintilla prodotta dal flex utilizzato dalla ditta esterna a innescare l'inferno di fucoo e l'esplosione.
(In aggiornamento)