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Incidenti stradali Spadafora / A20

Musicisti sotto choc per la morte di Claudio: "Potevo esserci io al suo posto"

Il batterista Peppe Pullia e il chitarrista Tony Canto ricordano il collega percussionista di Milazzo che suonava nei Mattanza di Reggio Calabria, sottolineano rischi e mancate tutele di chi di notte va a suonare tra piazze e locali. Ore e ore di fatica senza i dovuti riconoscimenti economici

"Potevo esserci io al suo posto, la morte di Claudio fa comprendere davvero i rischi del nostro mestiere": Peppe Pullia, storico batterista messinese, conosceva bene il percussionista vittima all'alba di un incidente lungo l'autostrada Messina-Palermo, all'altezza di Spadafora.

"Claudio suonava nei Mattanza di Reggio Calabria, aveva probabilmente ultimato le prove e stava rientrando a casa, un ragazzo d'oro, sempre disponibile, è davvero così, credimi". Pullia vuole sottolineare cosa succede a chi fa, da professionista, il musicista e vive in strada per suonare tra locali e piazze: "Chi fa questo, chi vive la musica come un lavoro e da professionista rischia la vita, molti probabilmente riflettono sulle poche ore di spettacolo che andiamo a tenere ma dietro ci sta tanta fatica - dice - preparazione, lunghi chilometri e ovviamente stanchezza, per questo ci organizziamo sempre in gruppo nelle partenze, è un mestiere poco considerato il nostro - prosegue Pullia - io non sono tutelato, non avrò una pensione, cosa farò domani? La morte di Claudio in strada è il simbolo di quello che rischiamo ogni giorno senza le dovute gratificazioni economiche, per molti ci divertiamo e basta ma non è così". 

Il chitarrista Tony Canto su Facebook ha scritto: "Fare il musicista in Italia significa non avere nessuna protezione da parte dello Stato, significa rischiare in proprio il futuro tuo e della tua famiglia, e rischiare la vita spinti dalla passione sapendo che nessuno mai ti riconoscerà dei diritti, significa sentire chiacchiere dei politici di turno con i nostri soldi nelle loro tasche, significa perdere la vita a 30 anni come Claudio Paci, un bravissimo ragazzo talentuoso e dal cuore d'oro, questa mattina presto mentre tornava dalla Calabria per una sessione di prove distrutto dalla stanchezza dopo attese di una nave che lo avrebbe portato a casa e ancora pochi chilometri dal suo letto, significa lasciare questa terra appena sposato. Tornare a casa dopo le prove perché non esiste un budget per poter rimanere a dormire fuori, non esiste un sussidio, un riconoscimento, come in molti paesi civili. La morte di Claudio mi addolora profondamente e vorrei che non rimanesse un incidente ma che fosse un martirio da cui possa partire la ribellione di tutti noi che facciamo questo mestiere cercando la bellezza in un pantano di bruttezza e di arroganza.

Claudietto dolce rimarrai nei cuori di tutti".

Autostrada Messina-Palermo, morto il musicista Claudio Paci 
 

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