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Cronaca

Tagli sulla sanità a Messina, Giorgianni scrive a Razza: “Doppioni inutili al Piemonte mentre il Papardo produce solo debiti”

La lettera aperta del magistrato all'assessore alla salute sui tagli da venti milioni all'Asp per la nuova pianta organica. “Prima bisognerebbe provare ad azzerare gli sprechi”. Sulla spesa farmaceutica, ad esempio...

“Posti letto che sono doppioni, duplicazioni di risorse mediche e infermieristiche. Prima di chiudere ospedali, tagliare in zone che rischiano di essere ancora più emarginate, occorre capire davvero dove si può intervenire”.

E' questa la sintesi di una lettera-aperta all'assessore alla Salute, Ruggero Razza, scritta dal magistrato Angelo Giorgianni che si è intestato da qualche anno insieme all'associazione Consumatori associati, la battaglia per garantire servizi minimi essenziali e di qualità nel settore salute e trasporti, a cominiciare dalle Isole Eolie.

Una lunga lettera che diventa una analisi della situazione ospedaliera in città e provincia dopo la notizia di possibili tagli. Sul banco degli imputati finisce l'autonomia gestionale dell'ospedale Papardo e anche l'ospedale Piemonte, rischiando di riaprire una querelle che in passato ha scatenato una vera e propria guerra tra favorevoli e contrari alla fusione con l'Ircss e sulla necessità di salvaguardare la struttura, unica nel centro città.

Un taglio da venti milioni

Ecco cosa scrive nella lettera:

“Egregio Assessore Razza, negli ultimi mesi ho più volte fatto presente che la sanità messinese avrebbe dovuto fare i conti con una sostanziosa decurtazione delle risorse finanziarie; speravo di sbagliarmi ma, le notizie degli ultimi giorni, purtroppo, mi fanno pensare che potrei anche avere ragione.

Infatti, ho letto dichiarazioni relative al taglio di oltre 20 milioni di euro di finanziamenti all'ASP 5 di Messina per la nuova pianta organica, con probabili riduzioni di personale e dei servizi negli ospedali della provincia, o addirittura la chiusura di due ospedali, e se ciò dovesse essere vero credo che gli eventuali tagli potrebbero essere, in tutto o in parte, compensati con misure di razionalizzazione della spesa.

In questo contesto ritengo doveroso proporre un ragionamento condiviso e dare a tal fine il mio modesto contributo. Al riguardo riterrei essenziale e preliminare il rispetto dei principi di economicità e sana gestione, che impongono di tagliare le spese superflue ed improduttive, gli sperperi, e di rimuovere inutili strutture organizzative.

Pertanto, responsabilmente, prima di ipotizzare tagli proporzionali alla contrazione della massa finanziaria bisognerebbe provare ad azzerare gli sprechi, razionalizzando le specialistiche e i servizi, evitandone duplicazioni, in particolare, in aree territoriali a facilità di accesso e a "breve distanza di percorsi”. Sprechi che negli ultimi anni hanno negativamente pesato sulle aree più marginali e disagiate della regione e, in modo particolare, sui Presidi Ospedalieri di Lipari e Pantelleria. Territorio su cui, a mio modesto avviso, bisognava porre maggiore attenzione e investire più risorse. Giusto per fare un piccolo esempio, piuttosto che insistere sul mantenimento del punto nascita di Sant'Agata Militello (300 parti/anno più o meno), a breve distanza da Patti (percorso stradale "facile") dove, peraltro, è impensabile, con le attuali ristrettezze economiche, strutturare una TIN, sarebbe forse più utile utilizzare e investire tali risorse, economiche e umane, in uno dei due Presidi Ospedalieri Insulari, dove spesso le gravide vengono trasferite, quando le condizioni meteo lo consentono, in condizioni drammatiche e con enormi rischi. E nel panorama della rete ospedaliera Regionale di esempi simili ve ne sarebbero tanti altri.

Ospedale Papardo? Produce solo debiti

"Con riferimento specifico alla rete ospedaliera messinese, è notorio che l'Ospedale Papardo produce da anni solo debiti, in quanto, essendo Azienda Ospedaliera, è finanziato solo con la propria produzione (tariffazione secondo il sistema DRG), in costante e netto calo per la riduzione delle prestazioni erogate ai cittadini e che nei vari ospedali messinesi vi sono costosissime duplicazione di servizi, superabili con un ampia concertazione.

In questa ottica, è necessaria una visione di insieme sulla provincia di Messina e potrebbe essere utile "redigere" una mappa della sanità provinciale unendo i vari attori (le quattro aziende sanitarie) allo stesso tavolo; se è certo che il Policlinico ha una sua ragion d'essere per la mission rivolta alla didattica e alla ricerca e se è chiaro che l'IRCSS Bonino Puleio deve occuparsi di riabilitazione di eccellenza, quello che non ha senso è che gestisca l'Ospedale Piemonte, con posti letto doppioni di quelli previsti al Policlinico e al Papardo, con duplicazione di risorse mediche e infermieristiche.

Se è assodato che l'Azienda più grande (Asp 5) che non ha un ospedale in città deve gestire la sanità territoriale e gli ospedali della provincia, non ha più senso l'Ospedale Papardo come Azienda autonoma; sarebbe più razionale che l'Asp gestisca anche l'Ospedale Papardo e l'Ospedale Piemonte.

Troppi doppioni con il Piemonte

“Si eviterebbero servizi ospedalieri doppioni con notevoli economie sul personale sanitario, si eviterebbe inoltre l'aumento della mobilità passiva; ogni ricovero di un cittadino residente in provincia di Messina al Papardo o al Piemonte grava sulle casse dell'Asp 5 che deve poi compensare le due aziende di riferimento. Altro beneficio sarebbe il risparmio sulla spesa farmaceutica, in costante aumento; il costo dei farmaci prescritti dai medici del Papardo o del Piemonte è tutto a carico dell'ASP, che sembra abbia difficoltà ad uniformare percorsi diagnostici terapeutici condivisi, e linee guida con personale dipendente da altre aziende sanitarie.

Credo in conclusione che il legislatore regionale dovrebbe cominciare a prendere in considerazione la modifica della L.R. 5 del 2009, con l’accorpamento dell'Ospedale Papardo all'Asp 5 e con lo scorporo dell'Ospedale Piemonte dall'Ircss Bonino Puleio alla stessa Asp 5, con riduzione delle Aziende sanitarie da quattro a tre e conseguenti ulteriori sostanziosi risparmi di spesa. In esito a questa operazione, definite le risorse disponibili, bisognerebbe distribuire i tagli tra pubblico e privato, verificando peraltro se il piano Gucciardi, da voi “sùbito” o “adottato” risponde alle indicazioni della Balduzzi anche in termini di ripartizione dei tagli o se ha determinato una sperequazione, da correggere, tra i posti letto tagliati nel pubblico e quelli non tagliati nel privato. In ogni caso, Signor Assessore, tutti si aspettano da lei che, se dovranno essere adottati tagli, gli stessi, siano rispettosi delle esigenze obiettive del territorio e non della rappresentazione delle stesse proposte dai rappresentanti politico-istituzionali delle varie comunità, perchè scelte sbagliate o peggio “falsate” possono mettere a repentaglio la vita e l’integrità fisica nostra , dei nostri familiari, dei nostri amici, dei nostri conoscenti e comunque di “Persone”.

Di Sanità purtroppo sì può anche morire e lei con le sue scelte professionali può ridurre questo rischio!”

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