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Cronaca

Clima di odio e uso punitivo dei social, si invoca il garante contro lo “sceriffo” De Luca

Circolo Impastato, Rete Antirazzista, Cittadinanza Attiva, Unione Inquilini e Zancle & Martello, scrivono all'authority per la protezione dei dati personali e al responsabile per la tutela dei diritti dell'Infanzia di Messina e nazionale.

“Provvedimenti a tutela per i minori ma soprattutto contro l'uso afflittivo della pagina facebook e dei video pubblicati per punire ed esporre individui sospettati di aver commesso infrazioni o semplicemente leso un oggetto impalpabile e difficilmente definibile come il decoro”.

Lo invocano una serie di associazioni, circolo Peppino Impastato Prc di Messina, la Rete Antirazzista, Cittadinanza Attiva, Unione Inquilini Messina  e Zancle & Martello che hanno scritto una dura nota al Garante per l'Infanzia e l'adolescenza del Comune di Messina, Angelo Costantino, ma anche a quello nazionale Filomena Albano nonchè al presidente del Collegio dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro.

Nel mirino l'ordinanza in materia di decoro urbano e sicurezza della città e tutta una serie di fatti accaduti in città ultimamente e documentati con i link dei post e dei video pubblicati nella pagina del sindaco “che  - scrivono i firmatari - hanno generato un clima di odio, trasformando i social media in parte integrante di una strategia di governo dell'ordine - di quello urbano così come di quello relativo ai servizi pubblici – che fa dell’esposizione di nomi, volti e dati personali il proprio strumento principale”.   

Le associazioni stigmatizzano il provvedimento che “si inserisce in un clima sociale e politico rovente determinato dai “due Decreti sicurezza” targati Salvini con i quali si calca pesantemente la mano sulle manifestazioni di piazza inasprendo le pene previste dal codice penale, si criminalizzano migranti e Ong che operano il salvataggio in mare, si fa un ulteriore giro di vite sugli sgomberi ecc”.

Il garante per l'Infanzia, Costantino: “Sensate le paure delle associazioni”

Le organizzazioni si sono espresse già in altre sedi contro i vari articoli anticostituzionali contenuti nei decreti sicurezza “pertanto, oggi, nella nostra città, respingiamo questa nuova ordinanza sindacale di De Luca che da buon sceriffo e tutore dell’ordine subisce il fascino delle misure poste a tutela del decoro di particolari luoghi.  Questo fatto - continua la nota - la dice lunga sulla politica gestionale del Sindaco di una città martoriata da decenni di gravi problemi; fra tutti ricordiamo la disoccupazione, le baracche ed il traffico dei tir che continuano a tenere in ostaggio la città che versa in una situazione indecorosa e pericolosa per la vita e per la salute dei cittadini. Per non parlare della gestione dei servizi sociali sempre più lontani dalla media standard di quelle città che riescono a garantire diritti e servizi ai soggetti più fragili, soprattutto nei periodi estivi che richiedono una maggiore cura delle persone. Ma le persone per De Luca - insistono le associazioni - non sono da tutelare e verso di esse non vanno messe in atto politiche di sicurezza sociale. No! L’ordinanza è punitiva e repressiva contro persone che nei fatti a Messina non sono mai stati un intralcio e anzi contribuiscono alla stessa economia cittadina. Come impiega il suo tempo estivo da sindaco Cateno De Luca?

Il comunicato richia in particolare il video social con lo sgombero dei giovani uomini nigeriani dal Palacultura, quello del lavavetri cacciato in diretta facebook e il video in cui due giovani, di cui uno minorenne, scaricano legna in un casolare abbandonato. “Un video - spiegano - che, a prescindere dalle eventuali responsabilità penali o civili, mortifica le persone e che, come nei casi succitati, ha fatto partire il consueto plotone di esecuzione mediatico senza che il primo cittadino si renda conto che in tal modo si viola la privacy e si mette a rischio l’incolumità e soprattutto la dignità delle persone riprese”.                    

Infine l'appello al sindaco affinchè “la smetta di usare questa politica securitaria e poliziesca dividendo i messinesi in buoni e cattivi, in cittadini per bene e cittadini sgraditi, in persone conformi o difformi al decoro.  Non con questa strampalata e repressiva idea di tutela del decoro che si rende attrattiva la città”.

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