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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Mistretta

Le mani sulla Fiumara d'arte: concessi i domiciliari a Tamburello

Il 42enne ex consigliere comunale di Mistretta era in carcere dall'aprile 2018 per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso nell'ambito dell'inchiesta Concussio. Le testimonianze sulle richieste di pizzo da parte di due coniugi. E il ruolo di una cartomante...

Concessi gli arresti domiciliari a Vincenzo Tamburello, il 42enne di Mistretta imputato per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, nel processo in corso al Tribunale di Patti scaturito dall’operazione Concussio basata sulle verosimili richieste di pizzo mentre era in corso la gara, indetta dal Comune di Mistretta, per i lavori di valorizzazione e fruizione del patrimonio artistico contemporaneo delle opere di Fiumara d’Arte.

Nove gli indagati nell'inchiesta, tra cui Giuseppe Lo Re, detto Pino, 56 anni, di Caronia, ritenuto esponente del mandamento mafioso di San Mauro Castelverde, Isabella Di Bella, la cartomante 69enne di Acquedolci, zia di Lo Re, oltre Tamburello, 42 anni, ex consigliere comunale di Mistretta, accusati di estorsione aggravata dal metodo mafiosa ed altri per intestazione fittizia dei beni dello stesso Lo Re.

I legali del commercialista mistrettese Tamburello, Alessandro Pruiti ed Eugenio Passalacqua, ai fini dell’attenuazione della misura, dopo l’udienza dello scorso 12 settembre, avevano presentato la richiesta per gli arresti domiciliari, finora rifiutata, che, il collegio giudicante, formato dal presidente Ugo Scavuzzo, giudici Eleonora Vona e Francesco Torre, accoglie, nonostante l’opposizione da parte del Pubblico Ministero, Francesco Massaro. Revocata dunque la detenzione in carcere alla quale Vincenzo Tamburello si trovava sottoposto dal 20 aprile 2018 grazie, essenzialmente, alle dichiarazioni rese in aula, qualche giorno fa, dalla parte offesa: la coppia di coniugi imprenditori edili, Rosario Fortunato e la moglie Barbara Scaffidi che, il 23 gennaio 2016, convocati per la terza volta dai Carabinieri del Comando di Messina, denunciavano una tentata estorsione, con l’aggravante del metodo mafioso, perpetrata a loro danno dal consigliere comunale amastratino.

Marito e moglie dinnanzi al Collegio giudicante, qualche giorno a dietro, hanno più volte ribadito che a chiedere loro la mazzetta di 50 mila euro era stato solo il soggetto Pino Lo Re, al quale la coppia di impresari si era rivolta per il tramite di Isabella Di Bella, la cartomante acquedolcese la quale, dopo che si era consumato l’incontro da cui era emersa l’estorsione di Lo Re – secondo quando raccontato dai titolari dell’impresa – frequentemente incalzava i coniugi suggerendo loro di iniziare a versare quanto pattuito, anche un po’ alla volta.

Nell’udienza del 12 settembre dalle dichiarazioni rese dell’amministratore unico dell’impresa Pegaso SRL e dalla moglie dello stesso, affiora che i coniugi avrebbero denunciato Vincenzo Tamburello, un anno e mezzo prima rispetto alla querela presentata, il 25 settembre 2017, nei confronti di chi, materialmente, avesse tentato di estorcere loro 50 mila euro (Pino Lo Re e Isabella Di Bella). Probabilmente, dall’idea che noi ci siamo fatti, i titolari dell’impresa avranno valutato il commercialista, consigliere comunale amastratino, chiamato in causa da Pino Lo Re per attenzionare la questione “assegnazione lavori a favore dell’impresa aggiudicatrice”, al municipio di Mistretta, soggetto inoffensivo, “poco e per nulla pericoloso”, rispetto all’idea che si erano fatti sul Lo Re.

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