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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Mal di testa cronico? Nasce la rete territoriale di assistenza per percorsi di cura personalizzati

Il progetto regionale che vede protagonista anche il Centro Cefalee del Policlinico di Messina per contrastare una malattia sociale che compromettere in modo serio la salute e la qualità della vita

Una patologia che può compromettere in modo serio la salute e la qualità della vita. Per il mal di testa cronico però si lavora adesso per costruire un percorso strutturato per la gestione del paziente affetto da cefalea cronica. È l’obiettivo del progetto regionale che vede protagonista anche il Centro Cefalee dell’Azienda ospedaliera universitaria “G. Martino” di Messina, attivo all’interno dell‘ UOC di Neurologia e Malattie Neuromuscolari diretta da Carmelo Rodolico, di cui è responsabile il dottore Massimo Autunno.  

In sinergia con il Centro Cefalee del Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo è stato definito il piano che traccia le linee di indirizzo per far sì che tale patologia sia gestita nel modo più appropriato in base a diversi livelli di assistenza che tengano conto del grado di intensità della stessa. Progetto regionale approvato dall’assessorato regionale della Salute con il D.A. “Modello di efficientamento nella gestione del paziente affetto da cefalea primaria cronica nella Regione Sicilia”.  

Un modello che vede, dunque, per la Sicilia orientale il riferimento proprio nel Centro dell’azienda ospedaliera universitaria di Messina e che punta anche sul coinvolgimento della medicina territoriale per l’applicazione di percorsi diagnostico terapeutici assistenziali con cui il paziente può essere indirizzato verso la realtà che può aiutarlo al meglio in base al tipo di mal di testa da cui è affetto, nel rispetto del diritto di prossimità. 

L’emicrania è tra le prime cinque cause di vita vissuta con disabilità (Global years of life lived with disability). Il 26 % dei pazienti emicranici riferisce di non sentirsi completamente libero dall’emicrania nell’intervallo fra gli attacchi, e tra questi, l’11% si sente in ansia perché teme che da un momento all’altro possa verificarsi un nuovo episodio. Il 14% lamenta una compromissione del proprio stile di vita (evitamento).   

“La creazione di una rete di assistenza strutturata con percorsi integrati – spiega Massimo Autunno - favorisce la collaborazione e la sinergia tra i diversi professionisti e un migliore indirizzo dei pazienti sulla base del loro stato di salute. La definizione di tale modello di gestione assistenziale ci permetterà anche di avviare programmi di formazione, dedicati a specialisti e medici di medicina generale, al fine di favorire aggiornamenti sempre in linea con le linee guida internazionali”.  

 

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