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"Festa in maschera" con droga tra Sicilia e Calabria, fermata organizzazione vicina al clan Galli di Giostra

Direzione distrettuale antimafia e Guardia di Finanza hanno sgominato un gruppo criminale che aveva base nel rione della zona nord, nomi e particolari

Un supermarket della droga a Giostra sotto la gestione - secondo le indagini - degli eredi del clan Galli. I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 11 soggetti (5 dei quali in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 2 con obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria), promotori e membri di un’organizzazione criminale che gestiva un lucroso traffico di sostanze stupefacenti: in particolare cocaina, hashish e marijuana sull’asse  Calabria-Sicilia. L'operazione è stata chiamata "Festa in maschera". 

L'inchiesta 

Le indagini, condotte dai militari del Gruppo di Messina e dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Messina (oggi in conferenza stampa è intervenuta il magistrato della Dda Rosa Raffa) hanno origine dagli approfondimenti dopo l’arresto, effettuato il 26 settembre 2018, di Davide Caruso e Danilo Romano sorpresi agli imbarcaderi dei traghetti privati mentre trasportavano oltre due chili e quattrocento grammi di cocaina ed un modesto quantitativo di hashish, sulla rotta dalla Calabria a Messina, abilmente occultati nelle fiancate dell’autovettura. Tenuto conto dell’ingente quantitativo di stupefacente sequestrato, dell’elevato grado di purezza, pari al 76%, e delle modalità operative adottate nell’occasione dagli arrestati gli investigatori rilevavano che non fosse da considerare come un episodio isolato. Scoperta così l’esistenza di un’articolata associazione a delinquere, finalizzata al traffico ed allo spaccio di stupefacenti che aveva la sua base al rione Giostra dotata di stabili canali di approvvigionamento in Calabria, a Catania e nella stessa città dello Stretto. Le Fiamme Gialle hanno arrestato il messinese Giacomo Russo oggi destinatario del provvedimento di cattura, perché sorpreso al rientro da Catania, a bordo di un’autovettura noleggiata, in possesso di 5 chilogrammi di marijuana.

Il 23 febbraio 2019, i Finanzieri facevano irruzione nell’abitazione di Giacomo Lo Presti anch’esso oggi nuovamente tratto in arresto, a Giostra, sorprendendo i fornitori catanesi e sequestrando ulteriori 5 chilogrammi di marijuana. Le indagini sostengono come il gruppo criminale, connotato da allarmante professionalità e vorticosa ripetitività, avesse impiantato in un’abitazione al rione Giostra di Messina un servizio di distribuzione di droga operativo h24, grazie ad un ingegnoso sistema di turnazione tra i partecipi che si alternavano ai padroni di casa, il capo e promotore Gaetano Mauro e la consorte Giusi Stracuzzi oggi destinatari di arresto. Come una normale attività lavorativa, le indagini svolte dalle Fiamme Gialle documentavano frequenti “cambi turno” e addirittura il pagamento di emolumenti accessori per i turni di “reperibilità”, alla stregua di veri e propri “dipendenti”: un vero e proprio supermarket dello stupefacente. Per le illecite attività, lo spacciatore - secondo l'accusa - Carlo Ardizzone oggi arrestato, percepiva uno stipendio di circa 1.200 euro mensili.

Nel corso dell’intera indagine sono stati sequestrati oltre 2 kg. di cocaina, oltre 10 kg. tra marijuana e hashish e tratte in arresto in flagranza di reato 8 persone e accertati oltre 2500 episodi di spaccio, nel breve periodo da novembre 2018 a febbraio 2019, alcuni degli indagati vantavano la disponibilità di armi da fuoco. L'operazione costituisce un altro duro colpo alle organizzazioni criminali di Giostra notoriamente sotto l’influenza di uno dei clan storici e più strutturati della città.
Il capo e promotore Gaetano Mauro è figlio del più noto Carmelo Mauro "tirinnanna" killer del clan Galli di Giostra, assassinato il 22 maggio 2001 in un agguato mafioso con un colpo alla testa, all’incrocio tra viale Giostra e viale Regina Elena di Messina. L'inchiesta evidenzia che: "Evidentemente, proprio tale blasonato rapporto parentale consentiva di scalare le gerarchie del clan Galli, addirittura venendogli riconosciuta la sua primazia sul territorio dai congiunti diretti del capo clan Galli Luigi “scarpuzza” cl. 56, “…lo sanno che tu comandi anche a me …”, in occasione dei commenti connessi ad un attentato incendiario nei confronti di una sala scommesse riferibile al medesimo M.G. cl. 91, avvenuto lo scorso gennaio 2019". Accertato come 9 soggetti degli 11 destinatari di provvedimento cautelare facciano parte di nuclei familiari percettori di reddito di cittadinanza e un soggetto addirittura quale diretto interessato. Saranno avviati mirati approfondimenti tesi a verificare la liceità della percezione del relativo sussidio. 

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