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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Operazione Scipione, così ogni mercoledì la droga arrivava in panineria

Una bottega di via Cesare Battisti luogo dello scambio con la 'ndrangheta. Cocaina e marijuana viaggiavano tra Africo Nuovo e Messina. Tra gli acquirenti anche il clan dei batanesi. Raffa: "Elementi di importante caratura criminale"

Ogni mercoledì c'era la consegna, rigorosamente a domicilio e senza alcuna comunicazione tra venditori e acquirenti.

Così avveniva lo scambio di droga tra la Calabria e Messina, scoperto dall'operazione Scipione grazie alla quale i carabinieri hanno arrestato 19 persone coinvolte in un'associazione criminale aggravata dal numero di componenti superiore a 10 e dal possesso di armi. 

I nomi degli arrestati

I luoghi dell'incontro erano prestabiliti: una paninoteca in via Cesare Battisti gestita dal 45enne Angelo Albarino, tra le figure di spicco dell'organizzazione insieme a Giuseppe Selvaggio, poi divenuto collaboratore di giustizia. Altra location scelta era un chiosco nelle vicinanze delle rada San Francesco. Mentre le trattative avvenivano all'interno dell'appartemento di Selvaggio nella zona sud della città.

Le indagini hanno avuto origine da due episodi di sangue. Il 27 settembre 2016 Angelo Albarino, Stefano Marchese e Stellario Brigandì furono raggiunti da diversi colpi di fucile mentre si trovavano seduti ad un tavolino del “Café sur la ville” in viale Regina Elena.

L'altro episodio avvenne a Contesse nell'aprile dello stesso anno. In quell'occasione fu ferito un commerciante incensurato nei pressi del mercato ortofrutticolo. 

Gli affari con la 'ndrangheta

Lo scambio di cocaina e marijuana  vedeva coinvolta direttamente la cosca di 'ndrangheta "Morabito-Bruzzaniti-Palamari" con base nel paese di Africo Nuovo.

Tra i fermati ci sono infatti i fratelli Salvatore e Costantino Favasuli e il cugino Giovanni Morabito. Quest'ultimo, nipote del boss Giuseppe Morabito, noto a Messina per aver tentato di uccidere la sorella nel marzo del 2006.

"La mia Africo”, le rotte della droga con consegna a domicilio“ - VIDEO
 

Come specificato dal procuratore Rosa Raffa che questa mattina ha reso noti i dettagli dell'operazione insieme al comandante provinciale Lorenzo Sabatino, si tratta di elementi di elevata caratura criminale. 

Erano loro ad assicurare il rifornimento settimanale di droga trasportata a bordo di vetture dotate di doppio fondo e destinata successivamente alle principali piazze di spaccio della città e ad altri gruppi come quelli serviti da Alessandro Duca e Orazio Famulari, coinvolti nell'operazione.  Lo scambio avveniva con modalità accorte e riservate e spesso prevedeva il pagamento di un prezzo maggiorato.

La sostanza stupefacente era custodita direttamente dai calabresi in spiaggia. 

I Carabinieri hanno ricostruito come Morabito e i fratelli Favasuli fossero soliti nascondere la droga seppellendola nella sabbia dell’arenile di Africo Nuovo e contrassegnando i punti ove era occultato il narcotico con degli appositi segnali. Nel 2017 gli uomini del Nucleo Investigativo di Messina e della compagnia di Bianco sono riusciti ad  individuare uno dei luoghi di occultamento del gruppo, recuperando 6 kg di marjuana, alcune dosi di cocaina ed un revolver calibro 44 completo di munizionamento, il tutto occultato in apposite buche nella sabbia.

I pusher si fingevano clienti

Dalle indagini dei carabinieri è emerso un meticoloso modus operandi seguito per sfuggire a qualsiasi occhio indiscreto. In particolare, i fornitori calabresi entravano nella paninonetca di Albarino senza salutare, fingendo di non conoscere il titolare. Albarino, infatti, li seguiva all’interno del locale solo alcuni minuti dopo il loro ingresso, una volta accertatosi che tutto era tranquillo iniziava lo scambio.

Il ruolo chiave dei pentiti

A fornire elementi utili alle indagini è stato lo stesso Giuseppe Selvaggio che ha deciso di collaborare dopo il suo arresto per usura. A parlare con gli inquirenti anche Giuseppe Minardi, parente di Selvaggio e più volte invitato a fare parte del gruppo.

La droga venduta anche al clan dei "batanesi"

Tra gli acquirenti c'erano anche volti noti della mafia dei Nebrodi.

L'11 maggio 2017 i carabinieri di Messina Sud, così come ricordato dal maggiore Alessandro Brunetti, furono costretti ad eseguire un rocambolesco inseguimento per sequestrare un carico di droga che era appena stato ceduto dall’organizzazione criminale indagata.

La droga era trasportata a bordo di un’autovettura da Francesco Protopapa e Agostino Ninone, entrambi di Sant'Agata di Miitello. Ad accompagnarli c'era anche Sebatiano Bontempo detto il "Uappo" e considerato elemento di spicco del gruppo mafioso dei "batanesi". Avevano appena lasciato la casa di Selvaggio con in mano una borsa sospetta che fece scattare il controllo dei carabinieri. 

I tre speronarono la gazzella e tentarono la fuga a bordo dell’auto conclusasi poi con l'arresto di Protopapa e Ninone e il sequestro di 2,5 chili di marijuana. 

Bontempo, invece, riuscì a fuggire ma venne successivamente catturato dai Ros  nell'ambito dell'operazione "Nebrodi".  

Il giorno successivo fu arrestato anche Selvaggio per evasione dai domiciliari. In quel frangente la moglie tentò di nascondere tra erbacce e arbusti un sacco nero contenente cocaina e marijuana. 



 

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