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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Lipari

Il freno sulla movida alle Eolie stoppa anche il festival Marosi: "La cultura resti centrale per lo sviluppo dei territori"

Gli organizzatori replicano al sindaco Gullo. “Occorre chiarire la differenza tra un progetto artistico-culturale sviluppato nel corso degli anni, cercando sempre un dialogo pro-attivo con il territorio, e il concetto generalizzato di movida”

“La regolamentazione delle emissioni sonore e degli orari di apertura e chiusura dei locali non è frutto di convinzioni personali, ma di una situazione di anarchia e di disagio che si è venuta a determinare, guarda caso, proprio nelle isole del Comune di Lipari”.

Difende le sue scelte il sindaco di Lipari Riccardo Gullo, dopo l’ordinanza che mette un freno alla movida alle Eolie. Gullo chiede rispetto per tutti i turisti e replica anche alle polemiche innescate dal senatore Nino Germanà che aveva parlato di un “colpo mortale” all’economia e al turismo, ricordando anche la necessità di mettere al riparo l’amministrazione comunale “dai rischi scaturenti dall’ultima sentenza della Suprema Corte di Cassazione che attribuisce ai Comuni l’onere di risarcire i cittadini vittime della mala movida”.

Una spiegazione che non ha convinto tutti. Chiedono di fare gli opportuni distinguo gli organizzatori del festival Marosi, penalizzati dalle nuove disposizioni “per chiarire la differenza tra un progetto artistico-culturale sviluppato nel corso degli anni - cercando sempre un dialogo pro-attivo con il territorio - e il concetto generalizzato di movida”.

La loro posizione in una lunga nota dopo la manifestazione contro l’ordinanza sindacale n.29, che si è svolta a Stromboli il giorno lunedì 26 giugno scorso.

“Marosi – spiegano - è un progetto articolato che nasce a Stromboli - di cui il festival costituisce solo una piccola parte, per quanto fondamentale - perché è lì che avviene l’incontro con un pubblico più ampio, fatto di abitanti e turisti (molti di questi, con volontà e consapevolezza, raggiungono l’isola proprio nei giorni in cui si tiene il festival, anche grazie a sinergie coscienziose instaurate con le compagnie del trasporto pubblico). Oltre al festival, Marosi conduce un progetto di alta formazione dedicato al ricambio artistico generazionale, un progetto di arte e comunità le cui attività laboratoriali sono rivolte a bambini e ragazzi e ne costituiscono il centro. Inoltre ospita sul territorio isolano, in periodi di bassa stagione, una residenza artistica all’anno. Marosi sta cercando con le proprie forze di estendere sempre di più le tante attività formative sull’isola, prolungandole in un periodo più esteso, capace di andare oltre i mesi estivi e cercando di contribuire alla destagionalizzazione di tali attività”.

Dal 21 al 25 giugno hanno realizzato un festival ricco di proposte con un cast internazionale (Giappone, Germania, Stati Uniti, Slovenia) che ha avuto una bella e armoniosa risonanza sul territorio, confermata da una presenza consistente di pubblico, sempre in crescita.

“L’impossibilità di svolgere la festa conclusiva del festival Marosi – spiegano - a cui era stato invitato a suonare uno dei più noti musicisti, dj e producer del panorama nazionale e non solo, è stata vissuta da noi curatori e da numerosi abitanti come un’occasione mancata, che è andata ad inscriversi in un quadro più ampio e complesso, che prescinde il festival, e che riguarda la normativa che regolamenta gli intrattenimenti musicali e danzanti e, più in generale, la vita sociale, aggregativa e culturale di Stromboli. Certo, per noi come festival, è stata una delusione dover rinunciare a un momento conclusivo che intendeva celebrare tutto il percorso attivato nei giorni precedenti, che ha portato sull’isola e per l’isola, diverse performance sonore, fisiche, danzate, molto seguite e apprezzate da tutta la comunità e da tanti addetti ai lavori. La festa era pensata non come movida fracassona e passiva né come intrattenimento fine a se stesso, ma come momento di elaborazione e rilascio condiviso della densità appena traversata. Di sedimentazione di tutti gli input ricevuti. Di cura e celebrazione di tutti e per tutti i presenti sull’isola. Di fronte alla volontà dei cittadini dell’isola di dimostrare la loro opposizione a una normativa che ritengono repressiva, in una dialettica di confronto con le istituzioni, gli artisti invitati al festival (in gran parte musicisti e danzatori) hanno ritenuto di far sentire la loro vicinanza alle rivendicazioni espresse e di partecipare attivamente come individui a un’iniziativa promossa da un gruppo di abitanti in modo pacifico, allegro e creativo. Fiduciosi che una azione simbolica e dimostrativa potesse contribuire ad aprire anche su questo tema (musica, arte e cultura) un dialogo costruttivo tra l’amministrazione e la cittadinanza. Non vi era alcuna intenzione – precisano - di polarizzare il confronto; al contrario, sentiamo la volontà di ribadire la necessità di altri incontri tra amministrazione e cittadinanza, una prassi inaugurata proprio dal sindaco Riccardo Gullo attraverso assemblee e incontri volti a sentire la comunità con puntuali assemblee cittadine partecipate. Sappiamo bene, visto che Marosi è dentro l’isola e non realtà esterna, che sull’isola vi sono altre urgenti questioni da affrontare – concludono - come la sanità, la politica ambientale, le infrastrutture e la scuola, ma pensiamo, come soggetto nazionale artistico-culturale riconosciuto dal MiC, che sia importante ribadire che anche la cultura debba avere un ruolo centrale nello sviluppo dei territori, delle economie e delle comunità”.

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