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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

Piattaforme pay-tv "pirata", anche Messina nell'indagine della procura di Napoli

L'inchiesta della Guardia di Finanza tocca anche la città dello Stretto e la sua provincia tra le diramazioni italiane del sistema illegale di visione dei canali tv a pagamento

C'è anche Messina tra le città dove la Guardia di Finanza sta indagando sull'utilizzo e la visione di piattaforme di streaming pirata. L'inchiesta "Eclissi" ha portato al sequestro della Xtream Codes. 

Il sistema illegale con base a Napoli vede tra le propaggini italiane anche Messina insieme a Roma, Taranto, Avellino, Caserta, Cosenza, Bari e Palermo. Oltre 100 militari del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza, come scrive Napolitoday, hanno eseguito una vasta operazione nei confronti della più rilevante organizzazione clandestina mondiale responsabile di quella che gli inquirenti hanno individuato come una "capillare diffusione illegale via Internet delle emittenti televisive a pagamento, le cosiddette Iptv (Internet Protocol Television)". Un'operazione che, fino ad ora, ha portato al sequestro e all'oscuramento della nota piattaforma informatica Xtream Codes con oltre 700 mila utenti online inibiti all'utilizzo di questo mezzo pirata. Sono, invece, sino ad ora 8 gli ordini europei di indagine nei confronti di un'associazione a delinquere a carattere trasnazionale emessi dalla Procura  di Napoli eseguiti simultaneamente in Olanda, Francia, Grecia, Germania e Bulgaria con numerose perquisizioni per smantellare l'organizzazione e sequestrare i rilevanti proventi illeciti. 

Quella che per gli inquirenti è "la più rilevante organizzazione clandestina mondiale ideatrice e principale responsabile della capillare diffusione illegale via Internet delle emittenti televisive a pagamento come Sky, Dazn, Mediaset, Netflix, Infinity" è stata colpita grazie alle indagini, dirette dal Procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni Melillo e coordinate dal Procuratore aggiunto, Vincenzo Piscitelli e dal sostituto procuratore Valeria Sico. Indagini che hanno consentito di individuare e disattivare la piattaforma internazionale di IPTV (Internet Protocol Television) più diffusa tra i pirati informatici. Oltre 5 milioni di utenti solo in Italia, per un giro d'affari stimato in circa 60 milioni di euro annui; la piattaforma Xtream Codes, ideata da 2 cittadini greci, consente agevolmente la trasformazione in dati informatici dei flussi audiovisivi protetti da copyright. I membri dell' Organizzazione, ha consentito di stabilire l'indagine, predisponevano e gestivano all'estero spazi informatici attraverso i quali ritrasmettevano i segnali su larga scala, anche in Italia.

Una fitta rete commerciale, diffusa su tutto il territorio nazionale e con basi prevalentemente in Lombardia, Veneto, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia che riceveva il segnale grazie a questa tecnologia acquisendo illegalmente interi pacchetti di contenuti per la successiva rivendita al cliente finale ad un prezzo di 12 euro circa consentendo di vedere tutti i principali palinsesti Tv con un unico abbonamento. 

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