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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Il Ponte e la questione espropri, l'esperto: "Chi contesta dovrà affrontare una lunga causa"

Il costituzionalista Antonio Saitta spiega come funziona la proceduta di indennizzo. Intanto si aspettano risposte sul Piano con le mappe aggiornate degli edifici che dovranno essere demoliti

Tra le tematiche collegate direttamente al ponte sullo Stretto, quella degli espropri è tra le più importanti. Sono circa 300 gli edifici, tra abitazioni private e locali commerciali, che dovranno essere abbattuti per far iniziare la costruzione dell'opera. Quasi tutti a Ganzirri, considerando che sarà quella la zona dove sorgerà la torre di 400 metri che fungerà da pilone. Il resto negli altri quartieri interessati dalle opere collaterali: strade e ferrovie (ecco quali sono). 

La scorsa settimana l'amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, ha assicurato massima attenzione per i cosiddetti espropriandi durante l'intervento a Palazzo Zanca nella commissione consiliare dedicata all'attraversamento stabile. "Il tema espropri - ha detto l'amministratore delegato - è delicatissimo e vogliamo trattarlo in piena sintonia con il territorio. La prossima settimana sarà disponibile l'aggiornamento del piano con tutti gli edifici coinvolti. I cittadini potranno ricevere ogni tipo di informazione grazie all'intesa con il Comune di Messina. Nessuno verrà cacciato fuori di casa dall'oggi al domani. Tutto avverrà comunque dopo l'approvazione della pubblica utilità dell'opera". L'attesa è quindi per la redazione del Piano che fornirà risposte più certe ai tanti messinesi che finora sanno di dover lasciare la propria casa senza però avere tra le mani alcun atto ufficiale. Un'incertezza, vista la complessità dell'argomento, da cui bisogna liberarsi il prima possibile. Al Palacultura sarà allestito un infopoint che ha l'obiettivo, come spiegato dalla stessa Stretto di Messina, di informare la cittadinanza fugando ogni dubbio.

Intanto, il costituzionalista Antonio Saitta ha spiegato, in un'intervista a Il Sole 24 ore, come funzionerà l'indennizzo che spetta ai proprietari degli edifici che dovranno essere demoliti. 

"In caso di cessione volontaria, in cui il cittadino accetterà l’offerta per l’esproprio, i tempi dell’indennizzo saranno brevi - avverte Saitta -. Ma chi contesterà, dovrà prevedere di affrontare una lunga causa. Le somme saranno depositate presso la Cassa depositi e prestiti, in attesa che poi la Corte d’Appello definisca il risarcimento". Ma non mancheranno quasi certamente i ricorsi al Tar davanti a un provvedimento che però è stabilito dalla legge quando emerge la pubblica utilità dell'opera. Il riferimento normativo è il Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità, in seguito più volte aggiornato. La partita quindi si giocherà verosimilmente sulle procedure, sulla validità del progetto e sulla legittimità costituzionale degli atti. Anche se in atto c'è un'altra strada che passa dalla richiesta di inibitoria con l'obiettivo di considerare incostituzionale la legge con cui l'anno scorso il governo ha ridato vita al progetto Ponte.

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