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Cronaca Tremestieri

Nuovo porto di Tremestieri: ecco cosa ha causato i ritardi nei lavori

La consegna dell'opera nel 2021, ma tutto slitterà di nove mesi. Formazioni rocciose e detriti nel sottosuolo hanno rallentato il cantiere. Necessaria una variante per la costruzione della prima banchina

Espropri, detriti e inerti nascosti sottoterra e inaspettate formazioni rocciose. Questi gli ostacoli principali con cui gli operai della CO.ED.MAR. si imbattono ormai da un anno per la costruzuone del nuovo porto di Tremestieri e della piattaforma logistica.

Imprevisti che hanno rallentato i lavori e rendono praticamente impossibile rispettare l'iniziale tabella di marcia. Rimane certo che l'importante infrastruttura verrà consegnata entro il 2021, ma il ritardo nel cronoprogramma sfiora i nove mesi.

E proprio sul dilatarsi dei tempi questa mattina è stata fatta chiarezza. A Palazzo Zanca il vice sindaco Salvatore Mondello, il titolare della CO.ED.MA Albino Boscolo, il direttore dei lavori Pietro Certo e il rup Vito Leotta hanno illustrato gli interventi fin qui realizzati e il motivo dei ritardi accumulati.

Mondello prima di tutto ha tenuto a togliersi qualche sassolino dalla scarpa. "Siamo qui per rispondere a chi pensa - ha spiegato - che i lavori siano fermi. Il cantiere non si è mai bloccato ed anzi è partito proprio grazie alla ferma volontà del sindaco De Luca che ha accelerato l'iter legato agli espropri. Sono nate criticità assolutamente normali durante la realizzazione di opere così importanti, ma è comunque sbagliato puntare il dito contro l'amministrazione. Il Comune dà solo un indirizzo politico e nulla più".

Finora i rallentamenti maggiori sono stati creati proprio dal sottosuolo. "Abbiamo rivoltato circa dieci ettari di superficie - ha precisato il rup Vito Leotta - nessuno si poteva aspettare di trovare 700 massi e migliaia di metri cubi di detriti sotterrati. Il progetto esecutivo è datato 2017, ma la vera partenza è avvenuta solo lo scorso anno con la consegna dei lavori successiva alla liberazione dell'area da tutti i manufatti".

Oltre a massi e ai detriti, gli operai hanno dovuto fare i conti anche con la presenza di una particolare formazione rocciosa chiamata nel gergo "beach rock". Si tratta di rocce sedimentali tipiche del litorale messinese su cui i tecnici completeranno le indagini entro queste mese. Parte della barriera dovrà infatti essere eliminata per permettere la continuazione degli scavi.

La variante

Terminate le indagini geologiche, i lavori potranno entrare nel vivo. Come precisato dal direttore dei lavori Pietro Certo, occorrerà tuttavia realizzare una variante che darà poi il via alla costruzione della nuova banchina. Inizialmente, il progetto prevedeva la costruzione di un diaframma a protezione della costa, ma la morfologia del territorio obbliga invece alla realizzazione di una barriera palificata. Una modifica che dovrà adesso essere approvata dal Genio Civile nell'ottica della prevenzione sismica.

Superata questa fase, la prossima primavera potrebbero iniziare i lavori per realizzare la nuova banchina.

A protezione del porto, ci sarano due "gabbie" che bloccheranno l'insabbiamento, vera e propria croce dell'attuale approdo. Finora sono stati dragati circa 100mila metri cubi di sabbia su un totale di 900mila previsti. 

Tutti gli interventi sono svolti seguendo un protocollo di legalità stipulato con la prefettura. "Le operazioni - ha precisato Mondello - si svolgono nella più assoluta trasparenza a garanzia di tutti gli attori coinvolti".




 

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