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Cronaca Mistretta

Scioglimento del consiglio di Mistretta, l'ex sindaco può vedere gli atti sull'infiltrazione mafiosa

Il Tar ha dato ragione a Liberio Porracciolo che si era visto negare la documentazione dalla Prefettura prima e dal ministero degli Interni. L'avvocato D'Alia: “Garantito il diritto alla difesa”

Potrà accedere agli atti che hanno determinato lo scioglimento del Comune di Mistretta per infiltrazioni mafiose. Lo comunica l’ex sindaco Liberio Porracciolo con un comunicato stampa in cui spiega che il Tribunale amministrativo regionale di Catania ha accolto il suo ricorso, rappresentato e difeso dall’avvocato Gianpiero D’Alia. Porracciolo aveva chiesto alla prefettura i documenti della commissione nominata e coordinata dal prefetto che hanno portato all’accertamento di anomali e reati che avrebbero potuto compromettere l’attività amministrativa del Comune. La Prefettura  aveva rigettato la richiesta dell’ex sindaco e il ministro degli Interni aveva confermato la decisione del Palazzo di Giustizia.

Entro trenta giorni dalla notifica della sentenza del Tar, che si è riunito il 26 settembre,  dovranno dunque essere messi a disposizione dell’ex sindaco i documenti richiesti.

Soddisfatto l’avvocato D’Alia che dichiara come la sentenza del Tar garantisca “la inviolabilità del diritto di difesa sancito dalla Costituzione”.

Porracciolo infatti dovrà difendersi dopo che il presidente della Repubblica, il 28 marzo, ha ufficializzato lo scioglimento del Consiglio comunale e affidato il comune montano ad una commissione prefettizia. La decisione dopo una articolata indagine della direzione distrettuale antimafia di Messina che ha rilevato il condizionamento di esponenti criminali su appalti e decisioni dell’ente documentati in particolare nell’operazione Consussio che portò all’arresto del consigliere comunale Vincenzo Tamburella.

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