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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Frasi classiste, la dirigente del liceo Seguenza chiede scusa ma il “contributo” volontario resta

Sgongiurata l'ipotesi occupazione dopo la marcia indietro della preside. Ma restano i disagi nel mondo della scuola, costretta a chiedere sempre più per mantenere standard minimi di qualità

“Abbiamo scherzato”. E’ la sintesi di quanto accaduto al liceo Seguenza a 48 ore dalle dichiarazioni della dirigente Lidia Leonardi durante una assemblea dei ragazzi che protestavano per una serie di problemi legati all’istituto e in particolare per la tassa imposta come contributo “volontario” pena tutta una serie di attività extracurriculari. La dirigente, dopo aver mostrato i muscoli, ha deciso di tornare sui suoi passi per chiarire, con una dichiarazione video, le frasi considerate classiste e discriminatorie.

“Voglio esprimere il mio dispiacere per quanto sta accadendo – spiega la dirigente - La parte di video che circola in rete in questi giorni, relativa al mio discorso, contiene due infelici espressioni che involontariamente ho utilizzato e che potrebbero aver offeso alcune famiglie. Non era assolutamente mia intenzione offendere nessuno. Io per prima sto male per tutto ciò e per l’immagine che la gente si è fatta di me. Ho sempre portato rispetto per ogni persona e per ogni tipo di lavoro – continua Leonardi -  Il mio discorso non voleva sminuire nessuno e chi mi conosce lo sa".

"Anche se ammetto che effettivamente possa apparire così, a causa della scelta infelice di alcuni paragoni e di questo mi scuso. Nella mia esperienza di insegnante e poi di preside anche in scuole non di città ma di piccoli centri e di montagna ho incontrato studenti splendidi e famiglie davvero piene di valori. Io stessa – conclude - provengo da una famiglia non ricca, che ha fatto sacrifici per farmi studiare, perciò non potrei mai venir meno al rispetto verso persone con le quali mi identifico”. 

Il messaggio di scuse della dirigente | VIDEO

Caso chiuso. E sulla tassa tutto sembra rimanere immutato. Anche perché non si tratta di una prassi messa in piedi solo dal Seguenza. Se al liceo della Leonardi è previsto un contributo di 50 euro più 25 di assicurazione, c’è chi ne paga anche di più come al liceo Archimede che fa lievitare la cifra per le famiglie a cento euro ormai da anni.

La preside dello scientifico, Maria Flavia Scavello, fa di più. Nel sito della scuola scrive che l’importo può essere rateizzato in più soluzioni “con motivata richiesta”.

E’ la crisi, bellezza. Lo spiega con una nota anche Domenico Siracusano di Articolo Uno che sulla vicenda ha spostato l’attenzione sui tagli alle scuole “che hanno reso spesso precaria la qualità della vita scolastica – si legge in una nota -  Per anni, istituti di ogni ordine e grado sono stati senza riscaldamento e carenti perfino delle forniture igieniche essenziali. Se è vero che la preside dovrebbe scusarsi, la politica non può certo fare la voce grossa”.

Una stilettata poi anche al sindaco Cateno De Luca che aveva stigmatizzato le frasi della docente laddove spiegava ai suoi studenti che “non sono figli di contadini”  e che “non devono parlare come quelli del professionale”.

“Il sindaco De Luca – scrive il segretario provinciale di Articolo Uno -  invece di redarguire pensi a fare il proprio lavoro e, anche come sindaco metropolitano, dia le risposte che docenti e studenti chiedono alle istituzioni. È vero che non importa dove sei nato e di chi sei figlio, il sistema scolastico deve formare tutti, ma senza le risorse si tratta solo di retorica".

Fatto sta che le scuse sembra siano bastate agli studenti per rivedere la loro decisione di occupare l’istituto come stanno facendo invece i “colleghi” del Maurolico anche perché, da lunedì al Seguenza c’è la cosiddetta pausa didattica, la possibilità prevista ogni quadrimestre di fermare le attività per consentire un ripasso generale.

Una pausa che arriva ad hoc e che potrebbe servire a calmare gli animi anche se sulla vicenda contributo c’è chi è intenzionato a fare chiarezza fino in fondo.

Come l’avvocato Vincenzo La Cava che – norme alla mano -  insiste sul “regime di gratuità” del contributo. “Non è consentito imporre tasse o richiedere contributi obbligatori alle famiglie di qualsiasi genere o natura per l’espletamento delle attività curriculari e di quelle connesse all’assolvimento dell’obbligo scolastico – chiarisce La Cava - la famiglia può rifiutarsi di pagarlo, fatta eccezione della quota a rimborso delle spese anticipate e sostenute dalla scuola per l’assicurazione contro gli infortuni, gite scolastiche, libretto di assenze. In più – conclude La Cava - il Miur, in nome della trasparenza che deve caratterizzare l’azione dell’amministrazione, ricorda anche che le famiglie vanno informate sulle attività, che saranno finanziate con i soldi dei genitori”.

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