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Cronaca

Formazione professionale, sentenza Corsi d'oro con gli sconti di fine stagione

Sei anni e otto mesi di reclusione per il capocordata, l’ex onorevole Francantonio Genovese. Si scrive la parola fine ad un processo-simbolo che non è stato solo penale, ma anche politico e sociale

Quattromila e novecento euro di multa. Quel che colpisce nella condanna al processo “Corsi d’Oro” non sono i sei anni e otto mesi di reclusione per il capo-cordata della formazione professionale, l’ex onorevole Francantonio Genovese, ma la pena pecuniaria. Un obolo rispetto ai soldi sbandierati in questi anni sulla presunta truffa alla Regione e al fisco. Genovese – secondo i giudici - avrebbe frodato 1600 euro al giorno, quasi seicentomila euro. Questa condanna pecuniaria, per il Paperon Paperoni della politica messinese, non rappresenta neanche un piccolo rimborso per lo stuolo di avvocati e consulenti che si sono impegnati nel processo. Dal professore milanese Carlo Paliero a quello che è stato il legale di Berlusconi Gaetano Pecorella, a quello che non lo ha mai abbandonato neanche per un giorno, l’avvocato Nino Favazzo. Oltre, naturalmente, una serie di ingegneri e professori che hanno valutato mappe e rendite catastali delle sedi dei corsi, Lumen e Centro Servizi in particolare, per tentare di smontare le tesi dei pm.

Una lunga storia che è finita oggi alle ore 20 con la sentenza del processo di appello “Corsi d’oro”. Finita ai tempi supplementari. La sentenza, attesa per il 9 luglio e slittata al 20 settembre, scrive la parola fine ad un processo che non è stato solo penale, ma anche politico e sociale.

Le condanne

La Corte d'appello di Messina ha deciso tanti sconti di pena in secondo grado. L'operazione risale al 2014 e l'accusa contestava, a vario titolo, i reati di associazione finalizzata alla truffa aggravata, riciclaggio, falso in bilancio ed altro. Condannato Francantonio Genovese a 6 anni e 8 mesi  (in primo grado 11 anni), il cognato Franco Rinaldi a 3 anni e 2 mesi (viene accusato anche di associazione a delinquere e truffa, reati per il quale era stato assolto in primo grado), Chiara Schirò a 2 anni e sei mesi, (in primo grado 3 anni e sei mesi),  Elena Schirò, moglie di Rinaldi a 3 anni e 9 mesi (in primo grado 6 anni e 6 mesi), Graziella Feliciotto a 2 anni (4 anni e sei mesi primo grado) pena sospesa, Elio Sauta 2 anni e sei mesi, (primo grado sei anni e sei mesi) e Roberto Giunta 3 anni e 4 mesi (in primo grado 5 anni e sei mesi). Assolta Giovanna Schirò.  Rinaldi ha avuto un aumento di pena  a 3 anni e 2 mesi rispetto il primo grado perché gli é stata riconosciuto l'associazione a delinquere. Genovese ha avuto diminuzione di pena perché è stato assolto per riciclaggio e autoriciclaggio e condannato per associazione a delinquere, tentata estorsione ai danni di Ludovico Albert. Per tutti gli altri è stata confermata la sentenza di primo grado.

L'inchiesta

A scatenare l’interesse dei magistrati sulla Formazione professionale, una deriva che ha avuto a Messina il suo processo-simbolo, è stato l’accaparramento ingordo di sigle accreditate, passate tutte di mano, con il cambiare delle regole del gioco: anni e anni di spreco certificato di risorse pubbliche che hanno creato lavoro solo per i formatori, un esercito di ottomila persone, mai però lavoro vero per gli allievi.

Dall’altra parte rimane la storia politica di Francantonio Genovese. Caduto nelle maglie della giustizia, ha spaccato la città, da una parte le scritte anche sui muri contro di lui e dall'altra gli aficionados che non lo hanno mai abbandonato neanche durante i momenti clow del processo, come quando a fine maggio del 2015, non hanno esitato a manifestare con tanto di magliette a lutto e la scritta “Francantonio Libero”. Una iniziativa di solidarietà che ha dato i risultati sperati. Ora la partita processuale si è conclusa: i magistrati che hanno contestato tutto quello che c’era da contestare, associazione a delinquere, truffa, autoriciclaggio, evasione fiscale con il pallottoliere delle pene sono arrivati a conteggiare 6 anni e 8 mesi di reclusione. Con qualche saldo di fine stagione.

Il procuratore generale di Messina Adriana Costabile aveva chiesto dodici aggravamenti di pena rispetto alle 21 condanne inflitte in primo grado, 12 anni per l'ex deputato Francantonio Genovese. In particolare aveva anche insistito per l'accoglimento dell'appello presentato dall'accusa sulla sussistenza del peculato nella vicenda. 

La mano è stata più leggera rispetto le previsioni che insistevano sulle colpe del “condannato” Genovese. Che ora, dopo aver scontato già 18 mesi di carcere e arresti domiciliari, potrebbe nuovamente tornare in cella.

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