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Cronaca Capo d'Orlando

Due sub trovati cadaveri e il mistero della droga spiaggiata: si cerca il peschereccio

Le procure di Patti e Termini Imerese collaborano nell'inchiesta sul ritrovamento dei morti a Cefalù e Castel di Tusa. I possibili collegamenti con l'hashish ritrovato in vari punti dell'isola e l'ipotesi di un carico affondato per il maltempo. Le ricerche della Guardia Costiera

Il presunto sub ritrovato sulla spiaggia di Castel di Tusa con indosso scarpe da tennis, completamente scarnificato, con la calotta cranica vuota, le mani fatte dei soli tendini e qualche pezzo di cartilagine che teneva unite le dita. Era il 7 gennaio. Un altro uomo ritrovato il 31 dicembre e trasportato dalle onde a Cefalù, anche lui con il cuore immobile. E ancora: i seicento panetti di hashish, in tutto 38 chili, recuperati sulla sabbia di contrada Santa Carrà a Capo d’Orlando sequestrati dalla polizia e dall'Ufficio circondariale marittimo di Sant'Agata militello. Hanno a che fare i due cadaveri con la droga non sommersa dalla sabbia di Capo d'Orlando? Ciò che è certo, al momento, è che centinaia e centinaia di migliaia di euro non finiranno a ingrossare le bocche della criminalità organizzata.

Sub ritrovato cadavere a Castel di Tusa, la morte diventa un giallo 

Spiaggia di Capo d'Orlando, trentotto chili di hashish sequestrati 

Le procure di Patti e Termini Imerese stanno collaborando, i magistrati stanno lavorando insieme sulle indagini dei corpi senza vita e dell'hashish perché un filo li potrebbe unire per salire in cima alla verità. La procura di Patti, con il Pm Giorgia Orlando, ha assegnato le deleghe sia ai militari dell'Arma che alla Guardia costiera perché in mare potrebbero esserci delle prove fondamentali e ancora da recuperare se l'ipotesi del peschereccio sommerso dalle acque alte troverà delle conferme e non resti un dubbio investigativo come altri. Il corpo di Castel di Tusa, sottoposto a esame autoptico, ha visto il medico legale riservarsi, per maggiori esami, l’età indicativa (dovrà comparare le ossa), mentre per il periodo in mare non sembra, rispetto ai primi controlli, che la morte risalga a due, tre mesi fa ma possa anche essere recente. Dall’autopsia è emerso che il cadavere è di sesso maschile ed il corpo presenta alcuni tatuaggi. In particolare un “tribale” sull’avambraccio sinistro, la sagoma di un pipistrello con alcune lettere illeggibili tra le scapole ed una lettera “M” sul braccio destro. L’esame autoptico non ha evidenziato lesività traumatiche.

I carabinieri di Mistretta guidati dal Capitano Francesco Marino pensano che le analogie tra le due vittime e la droga ci siano, stanno indagando per unire i pezzi di più storie differenti tra loro ma capitoli, forse, di un unico racconto: quello del possibile naufragio di un peschereccio con a bordo centinaia di chili di droga e di due corrieri che hanno trovato la morte sfidando le acque agitate della Sicilia senza chiedere soccorso alla Guardia costiera. Perché dell'imponente carico di droga nessuno doveva sapere nulla. Congetture o siamo vicini alla realtà? Di più c'è che nelle spiagge di San Leone, nell'agrigentino, e altri pacchi a Castelvetrano e Marsala, sempre di hashish, erano già stati ritrovati prima dei seicento panetti asciugati dal sole di Capo d'Orlando. 

San Leone, Castelvetrano, Marsala: la droga vien dal mare 

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