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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Rometta

Toponomastica a Rometta, omaggio all'archeologo Scibona: il prefetto dice sì

La richiesta della giunta municipale per lo straordinario studioso che ha fatto la storia dell'archeologia non solo a Messina e provincia. Lo slargo antistante la chiesa bizantina porterà il suo nome

Sarà intitolato all’archeologo Giacomo Scibona lo slargo antistante la chiesa bizantina di Rometta. E’ arrivato l’ok del prefetto di Messina, alla richiesta della giunta di Rometta che ha avuto parere favorevole anche della società messinese di Storia Patria, di cui Scibona fu anche segretario.

Scomparso il 16 gennaio del 2009, Scibona è stato un vero protagonista, nonostante il carattere schivo e riservato, dell’archeologia non solo messinese. Parlare di lui significa ricordare Alesa, la città che ha riportato alla luce e studiato per oltre un trentennio, ma anche Villa Melania di Pistunina.

Docente di Archeologia allʼUniversità di Messina, ha collaborato a lungo come Ispettore onorario con la Soprintendenza di Siracusa prima e poi di Messina. Profondo conoscitore del territorio della provincia, ha scavato per parecchi anni ad Alesa (il più importante ed amato scavo della sua vita), ma anche a San Marco dʼAlunzio, ad Alcara Li Fusi e a Rometta (scavi della Motta, della Grotte di sotto San Giovanni, della Chiesa Bizantina). E ha scavato anche nella provincia di Enna, ad Agira, Capodarso, Troina.

Tra i suoi numerosissimi scavi a Messina, quelli degli isolati 193 (ex Albergo Venezia) e 224 (Ex Albergo Reale), della Stazione di Degassifica della zona falcata, dei Binari della Stazione Ferroviaria, del cortile del Municipio, del Top Residence di Ganzirri, dellʼ iso- lato 373 (Palazzo della Cultura), della Chiesa di San Tommaso e della la grande necropoli nei vari comparti dellʼ isolato 73 e a largo Avignone.

La sua attività di archeologo non si è mai limitata allo scavo: il suo impegno e il suo interesse per lʼarcheologia e la storia di Messina iniziava dal controllo capillare e attento dei cantieri edilizi della città, procurandogli anche qualche incomprensione. Come nel caso dellʼisolato 158 in Via La Farina o della Villa di Melania a Pistunina. In questo modo, lo studioso ha messo a disposizione una messe infinita di dati senza i quali non ci sarebbe la conoscenza attuale della topografia antica della città, indispensabile per la valutazione del rischio archeologico.

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