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Cronaca Tortorici

Comune di Tortorici nella bufera dopo gli arresti per mafia, “Andiamo avanti per il bene del paese”

Amministrazione e consiglieri di maggioranza mettono i puntini sulle “ì” dopo le dimissioni di alcuni consiglieri. E precisano: “Fiducia nella magistratura ma i fatti contestati al sindaco non riguardano la vita politica e amministrativa”

Un Comune nella bufesa. Un vero terromoto politico quello che ha travolto Tortorici dopo gli arresti dell'operazione Nebrodi. Mentre continuano i confronti tra il Gip Salvatore Mastroeni e gli arrestati, nel comune rappresentato come il cuore pulsante dell'operazione antimafia, si dimettono i consiglieri di minoranza. Oggi è stato sentito anche il sindaco del Comune di Tortorici, Emanuele Galati Sardo, finito ai domiciliari per concorso esterno all'associazione mafiosa e una serie di truffe. Il sindaco ha scelto di rispondere e si è difeso, accompagnato dall'avvocato Nino Favazzo che ha fatto istanza di scarcerazione.

Ma a tenere banco è una intera comunità che dopo i 94 arresti che hanno sgominato un clan che aveva trovato la panacea nei fondi europei destinati all'agricoltura, hanno lanciato l’hasthag #nomafia per fare sentire la propria voce e gridare che non tutti sono mafiosi.

Ora sulla vicenda delle dimissioni congiunte dei consiglieri di minoranza, interviene anche l'amministrazione del Comune di Tortorici e i consiglieri del gruppo di maggioranza. 

“Le dimissioni sono state presentate al protocollo del Comune dal solo  Capo Gruppo di minoranza Antonio Paterniti Mastrazzo - scrivono in una nota - che ha consegnato oltre le dimissioni personali anche quelle degli altri consiglieri (non presenti all'atto del deposito al protocollo), Sebastiano Conti Mica e Flavia Galbato Muscio. Nulla è pervenuto al Comune in nessuna forma, in relazione alla posizione del consigliere Flavia Elisabetta Marino. Contestualmente, sempre il capogruppo Paterniti ha consegnato delle rinunce alla surroga  da parte di Foti Antonella, Ciancio Carmelo, Contiguglia Rosario Maria Agatino, Destro Pastizzaro  Sebastiano, Parasiliti Antonino e Salvà Babbalacchio Micaela, anch'essi  non presenti all'atto del deposito al Protocollo. Si precisa, pertanto, che secondo la normativa vigente (art 174 dell'OREL e art. 38 TUEL e come specificato nella circolare n.15 del 2007 dell'Assessorato Regionale Autonomie Locali), le uniche dimissioni valide sono quelle del Capo Gruppo di minoranza Antonio Paterniti Mastrazzo, mentre le altre e le rinunce alla surroga sono prive di qualsivoglia effetto giuridico. Per la singola surroga si procederà a norma di legge”.

I consiglieri ribadiscono  fiducia e apprezzamento per l'operato della magistratura e si dicono certi che il sindaco, Emanuele Galati Sardo, nelle opportune sedi chiarirà la sua posizione.

“Valutato che i fatti contestati, nel procedimento in questione, non attengono alla vita politica ed amministrativa di questo Comune - continua il comunicato - e, anche, temporalmente sono anteriori alla nascita e crescita del nostro progetto politico, riteniamo che gli stessi non incidano nello svolgimento del mandato e nella vita politica e amministrativa. Per quanto detto è ferma intenzione della Giunta e dei consiglieri di maggioranza proseguire nella propria attività istituzionale, con equilibrio e con senso di responsabilità, in un momento estremamente delicato, che ci vede affrontare tematiche quali stabilizzazione dei precari, dissesto economico-finanziario, edilizia scolastica, completamento dell'iter per l'approvazione del P.R.G. etc. E' nostra volontà dare seguito al percorso amministrativo indicato agli elettori in campagna elettorale e condiviso dalla maggioranza della collettività, tutelando, inoltre, l'immagine della Tortorici vera, onesta e laboriosa che apprezza ed invoca l'azione giudiziaria produttiva di effetto positivo sul tessuto economico-sociale e prendendo le distanze dalle generalizzazioni e dalle speculazioni mediatiche. Eventuali dimissioni di consiglieri ed assessori - conclude la nota - avvallerebbero lo scorretto tentativo di generalizzare le condotte contestate, identificando il paese di Tortorici e tutti i cittadini con condotte illecite (che vanno comunque e sempre condannate), accostando i fatti di cronaca alla vita politica amministrativa dalla quale, invece, risultano autonomi e lontani. Stranizzano e, comunque, non si comprendono, più o meno qualificati inviti ai consiglieri a dimettersi, soprattutto, da parte di coloro che - per fatti attinenti allo svolgimento dell'attività amministrativa accertati da sentenze di primo grado - in passato non hanno mai preso alcuna posizione”.

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