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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Barcellona Pozzo di Gotto

Barcellona Pozzo di Gotto, truffe assicurative con polizze fantasma: tre arresti

Le sorelle Benvegna e il titolare dell'agenzia Nino Currò accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed esercizio abusivo di intermediazioni finanziarie, in campo assicurativo e finanziario. L'ufficio era già stato sequestrato a marzo

Una associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed esercizio abusivo di intermediazioni finanziarie, in campo assicurativo e finanziario e per avere emesso false polizze assicurative Rca. Con questa accusa sono stati arrestati nelle prime ore d oggi Giuseppa Benvegna, 44 anni, Rosalia Benvegna del '74 e Nino Currò, 51 anni.

Gli arresti della polizia Stradale e dei militari di Barcellona Pozzo di Gotto,  in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del locale Tribunale, su richiesta della Procura, diretta dal procuratore Capo Emanuele Crescenti.

L’Operazione denominata “Ghost insurance”, proprio per le polizze fantasma, è stata guidata dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto che, avvalendosi di personale del distaccamento della Polizia Stradale e dei carabinieri, ha permesso di smascherare un’organizzazione criminale ben radicata sul territorio che, apparentemente, operava nella massima legalità e trasparenza.

Già nel mese di marzo dello scorso anno, si era proceduto al sequestro di un’agenzia assicurativa cui ancora oggi sono apposti i sigilli ma, nonostante la chiusura degli Uffici, secondo gli inquirenti, gli arrestati proseguivano nell’attività illegale, continuando a sottrarre denaro a proprietari di autovetture i quali, purtroppo, erano inconsapevoli del rischio che correvano e dei pericoli che avrebbero potuto procurare ad altri utenti della strada. In alcuni casi, questi stessi proprietari dei veicoli sono stati anche destinatari di sanzioni per violazioni al codice della strada, poiché “scoperti” di polizza assicurativa con il relativo sequestro del veicolo.

Proprio il ripetersi di tali episodi, venivano prodotti contrassegni e contratti assicurativi poi risultati falsi, ha indotto gli investigatori ad approfondire le indagini assunte e coordinate dal Sostituto Procuratore Matteo De Micheli.

L’attività criminale veniva condotta principalmente presso un’agenzia assicurativa abusiva, poiché priva di requisiti ed autorizzazioni, “gestita” dalle due sorelle Benvegna per le quali, formalmente, figurava Nino Currò, titolare di agenzia assicurativa, con regolare iscrizione all’Albo degli Agenti assicurativi.

I tre odierni arrestati, attraverso l’utilizzo di sofisticati sistemi informatici, si prodigavano a redigere e stampare polizze assicurative false del tutto identiche, in ogni parte, a quelle originali rilasciate da diverse compagnie assicuratrici, che venivano vendute a prezzi concorrenziali ad ignari acquirenti, i quali erano erroneamente convinti di essere in regola.

Con l’odierna operazione, la cui denominazione è di facile intuizione, atteso che i truffati erano in possesso di polizze assicurative “fantasma”, è stata smantellata un’organizzazione criminale, dedita all’illecito arricchimento, ripristinando, anche attraverso tale indagine, la legalità nella circolazione stradale.

La meticolosa attività d’indagine, coordinata da De Micheli, ha scongiurato il protrarsi di tali condotte illecite che avrebbero, presumibilmente, procurato nocumento in occasione di eventuali sinistri stradali ove, le parti lese, non avrebbero ottenuto alcun risarcimento.

Numerosissimi sono stati i riscontri, sia attraverso le verifiche “su strada”, sia interpellando gli Uffici antifrode delle compagnie assicurative che figuravano sulle polizze, sia attraverso sequestri ed acquisizioni di documenti, nonché controlli incrociati in banche dati.

Dalle indagini è emerso un quadro preoccupante, sia per il capillare radicamento dell’associazione sul territorio, viste le centinaia di soggetti truffati, sia per il volume di “affari” realizzato.

Nel corso dell’operazione sono state effettuate perquisizioni nelle abitazioni e negli Uffici, acquisendo ulteriori documenti ed apparecchiature informatiche, da cui potranno evincersi ulteriori dati e notizie, utili agli investigatori.

Gli arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati associati presso la casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto.

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