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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Il governo taglia la cedolare secca, Confesercenti Messina: "Colpo mortale al commercio"

Il presidente Alberto Palella prevede gravi conseguenze dopo la revoca della proroga sugli affitti commerciali sancita dall'ultima manovra finanziaria. "Colpo di grazia in una città in cui si abbassano sempre più saracinesche"

Il taglio della cedolare secca al 21% sugli affitti voluto dal governo nell'ultima manovra finanziaria rischia di avere pesanti ricadute sulle attività commerciali. E Messina è destinata a pagare un prezzo carissimo.

E' l'analisi del presidente di Confesercenti Alberto Palella che parla di "colpo mortale" per l'imprenditoria locale dopo la revoca della proroga contenuta nell'ultima manovra finanziaria. 

“L’addio alla cedolare è un colpo mortale anche per i commercianti messinesi, già in gravi difficoltà per la crisi dei consumi e le tasse, afferma Palella. Il provvedimento arriva in un momento in cui si fa di tutto per contenere i costi, mentre con l’abolizione dell’aliquota agevolata gli affitti saliranno alle stelle e gli esercenti dovranno fare i conti anche con questo problema. Le piccole imprese e i negozi di vicinato rappresentano la linfa dell’economia, e senza di loro le città muoiono. A Messina troppe saracinesche si abbassano per non riaprirsi più e questa decisione sarà il colpo di grazia”.

In assenza della cedolare il proprietario del fondo commerciale è infatti soggetto all’Irpef, all’addizionale regionale Irpef, all’addizionale comunale Irpef e all’imposta di registro, per un carico totale che può superare il 48% del canone e al quale deve aggiungersi la patrimoniale Imu- Tasi, oltre alle spese di manutenzione dell’immobile e quindi di conseguenza aumentano i canoni di affitto.

“Auspichiamo che il Governo ci ripensi- prosegue Palella- e che attui la proposta di Confesercenti Nazionale di ripristinarla con una correzione: l’accesso alla cedolare secca va subordinato alla concessione di un canone concordato al locatario. Mentre prima non c’era garanzia che ibeneficiari dell’agevolazione concedessero un risparmio alle attività commerciali, con la variazione suggerita diminuirebbe il costo del provvedimento e si giustificherebbe il ‘sacrificio’ dell’Erario. In tale modo si recupererebbero i negozi sfitti, favorendo anche il decoro del centro città. I negozi aperti sono luci accese, se le spegniamo favoriamo il buio e dunque il degrado”.

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