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Economia

Scuole regionali, avviate le procedure per licenziare 1.200 addetti alle pulizie

La legge di Bilancio impone l'internalizzazione del servizio a partire dal primo gennaio. Le preoccupazioni de sindacato Fisascat

Un esubero di circa 1.200 unità nelle province di Palermo, Enna, Agrigento, Siracusa, Catania, Messina e Trapani fra gli addetti ai servizi di pulizie, ausiliari e decoro degli istituti scolastici della Regione. A darne notizia, dopo aver ricevuto comunicazione, è Fisascat Cisl Sicilia che ha comunicato anche l'avvio delle procedure di licenziamento da parte delle società Pfe e L'Operosa.

A partire dal 1 gennaio 2020, infatti, la legge di Bilancio 2019 non prevede più appalti di pulizia all'interno delle scuole. Per tale ragione, è prevista la pubblicazione del decreto per l'avvio del concorso volto all'internalizzazione dei servizi. "Tuttavia, a soli tre mesi dal 1 gennaio 2020, non è stato ancora reso noto - affermano dal sindacato - con quali modalità, titoli e requisiti si realizzarà tale percorso, volto alla continuità e alla salvaguardia reddituale e occupazionale di oltre 15 mila addetti nell'intero territorio nazionale".

"Temiamo - dice il segretario generale  Mimma Calabrò - che questa procedura sia soltanto un'apripista a una serie di procedure di licenziamento che potrebbero seguire nei prossimi giorni. Nei fatti, sono purtroppo mancati tavoli di confronto, più volte richiesti a livello nazionale principalmente con il Miur, che avrebbero dovuto chiarire i presupposti della stabilizzazione per i lavoratori. Si tratta di persone che, da ormai 20 anni, vivono il miraggio dell'internalizzazione - continua il segretario - portando avanti le proprie famiglie con enormi sacrifici e con continue promesse da parte dei politici che si sono susseguiti nel tempo. Lavoratori che, tra l'altro, nel 2014 si sono dovuti adattare alle mansioni previste dal progetto scuole belle, la cui applicazione ha potuto salvaguardare circa il 60% dei posti di lavoro".

Dato che ormai mancano pochi mesi alla fine dell'anno, il sindacato chiede di stabilire con quali criteri questi lavoratori potranno accedere alle procedure. Necessita che il tavolo di confronto prosegua a livello nazionale con le Organizzazioni Sindacali che hanno un quadro preciso della platea di riferimento di questi lavoratori e che conoscono esattamente cosa sia per loro necessario. In caso contrario, si rischierebbe che i requisiti individuati nel decreto per la nuova  procedura selettiva escludano migliaia di lavoratori e lavoratrici dal percorso di internalizzazione, trasformando un'operazione dagli intenti risolutivi in una vertenza dai duri risvolti".

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