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Economia Pace del Mela / zona industriale

Contrazione dell'orario di lavoro a Giammoro, sciopero dei metalmeccanici Fiom alla Duferdofin

All'alba di domani i 150 operai dell'azienda bresciana che opera nel Milazzese si fermeranno per tutta la giornata. Il segretario David in forte contestazione con l'impresa: "Il nostro è l'unico stabilimento in Cassa integrazione"

Sciopero dei metalmeccanici dell’acciaieria di Giammoro. Domani dall'alba i 150 operai impiegati presso la Duferdofin Nucor, azienda bresciana con partecipazione americana hanno deciso di astenersi dal lavoro per tutta la giornata. “Da dieci anni lo stabilimento di Giammoro utilizza ammortizzatori sociali come cassa integrazione e contratti di solidarietà - ha spiegato Daniele David, segretario provinciale di Fiom – Cgil Messina. Confermato, dunque, lo sciopero dopo il tentativo di mediazione:

“Dopo che l’azienda ha previsto un’ulteriore contrazione dell’orario di lavoro – ha continuato David - l’assemblea dei lavoratori ha rifiutato, dando mandato alla rappresentanza sindacale di chiedere alla direzione di frenare l’ennesima contrazione dell’orario di lavoro, la direzione ha però ribadito la riduzione, dovuta alla crisi nel settore”. Una crisi che però investe solo la Sicilia, secondo quanto sottolinea David: “Quello del Messinese è l’unico stabilimento in cassa integrazione”. La Duferdofin ha, infatti, quattro stabilimenti in tutto, a San Zeno Naviglio, a Pallanzeno, a San Giovanni Valdarno e a Giammoro. Per questo il segretario Fiom di Messina insiste: “Secondo il report annuale del gruppo Duferdofin nel 2018 la produzione di acciaio è aumentata, consentendo all’azienda di archiviare una crescita a fine periodo del 21 per cento del fatturato. Con un aumento dell’utile netto che è passato da 1,1 milioni di euro a 2,1, questo fino a marzo 2019. Contestualmente hanno annunciato un investimento di 150 milioni di euro per realizzare un nuovo laminatoio integrato all’acciaieria di San Zeno: hanno aumentato gli utili, hanno aumentato il fatturato, investono 150 milioni nel bresciano, in tutto questo Messina rimane nella Cassa integrazione. Occorrono a nostro avviso non più ammortizzatori ma più investimenti per rilanciare l’occupazione”.

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