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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

La Papino conferma i licenziamenti, la Filcams Cgil: "Sani i vizi di forma e annulli le procedure"

L'ultimo incontro a Catania non ha aperto prospettive serene al personale della Elettrodomestici Spa. Le dichiarazioni dell'azienda e le richieste del sindacato, ecco cosa sta succedendo. Nuova riunione la prossima settimana

Il Gruppo Papino Elettrodomestici Spa ribadisce che intende chiudere tutti i Punti vendita. L'incontro a Catania di due giorni fa tra l'azienda e i sindacati si è chiuso con le organizzazioni che non hanno ritirato le procedure di mobilità mentre la Papino ha rilevato che "Non è possibile far ricorso alle misure per salvaguardare in parte i posti di lavoro e ad alcun ammortizzatore sociale poiché non risolutivi per la grave crisi che attraversa l'azienda". Il 26 luglio già stato fissato un nuovo incontro tra le parti.

La Papino elettrodomestici Spa era rappresentata a Catania da Consolato Papino in qualità di presidente della società assistito dall'avvocato Paola Patti. Ottantatre i licenziamenti collettivi della Papino, ventitre di questi a Messina per la chiusura dei Punti vendita a Tremestieri, nel capoluogo, e a Milazzo. Il negozio al Centro commerciale a Maregrosso è nato con una nuova ragione sociale e dunque è escluso da queste procedure. Sullo stato di crisi della Papino i sindacati hanno richiesto la produzione dei bilanci 2017 e 2018 per avere certezza di quanto dichiarato, sul Punto vendita di Milazzo preteso un chiarimento sull'effettivo stato di crisi anche rispetto alla ventilata cessione. I sindacati hanno chiesto "Alla luce di un'eventuale vendita di un altro player da parte dell'azienda, la revoca della procedura e di tutti i trasferimenti in itinere rendendosi disponibili a valutare la richiesta congiunta con la società per la concessione della Cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale". Per rasserenare le famiglie i lavoratori sono in attesa del pagamento dgli arretrati, 14esima mensilità e giugno 2019.

Giselda Campolo della segreteria della Filcams Cgil Messina era presente all'incontro a Catania e dichiara: "Tra le infinite irregolarità che hanno caratterizzato la gestione del Gruppo Papino si aggiungono i vizi di forma della procedura di licenziamento collettivo. L’indifferenza di fronte alla ricerca di soluzioni condivise e le dichiarazioni aziendali aprono le porte a una vera e propria macelleria sociale. Il timore è che dietro a questa operazione ci possano essere altri progetti per i titolari della società quali l’apertura di punti vendita sotto altre ragioni sociali o la vendita di parte della società a terzi senza il necessario coinvolgimento dei sindacati a tutela dei livelli occupazionali. Ancora una volta il Gruppo agisce in spregio a qualunque normativa. I lavoratori non sono merce e hanno diritto quantomeno al confronto e a essere informati sulla loro sorte nei tempi di legge". 

"La procedura di licenziamento collettivo doveva svolgersi a livello regionale, invece la Società l’ha aperta a livello territoriale dimenticando, però, di coinvolgere Ragusa - prosegue la Campolo - dove invece si prevede la chiusura di un Punto vendita. Proprio per questo la Filcams chiede che la procedura venga annullata e che semmai se ne apra un’altra che sani i vizi di forma. Aprire più procedure sino alla chiusura di tutti i pdv lascia davvero perplessi. Ogni procedura deve essere espletata in almeno 3 mesi, mesi nei quali il gruppo dovrebbe tenere aperti i negozi e pagare i lavoratori. Siamo, però, consapevoli che la Società non è in grado di sostenerne lo sforzo come dimostra la serrata improvvisa del Trony di Tremestieri. Questo ci lascia gravemente preoccupati per il pagamento degli stipendi e delle spettanze di fine rapporto dei lavoratori interessati. Speriamo che l’Azienda si decida al avere un confronto leale con le parti sociali a tutela degli interessi delle decine di famiglie monoreddito che si troverebbero altrimenti in pochi mesi senza nessuna sussistenza".

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