Da Capo Milazzo a Padova sulle orme di Sant'Antonio
Presentato il percorso di 1550 chilometri che attraverserà l'Italia partendo proprio dalla Sicilia e che sarà dedicato a pellegrini, camminatori e runners lungo tutto i luoghi del Santo
Un percorso religioso che punta alla valorizzazione di Sant'Antonio da Padova, naufrago proprio a Milazzo al rientro dalla sua missione in Marocco.
E' quello proposto ieri a Capo Milazzo, al Santuario scavato nella roccia del promontorio del Capo dove è stato presentato il “Cammino religioso di Sant'Antonio da Padova” promosso dai Padri della Basilica di Padova e dall'associazione nazionale “Cammino di Sant'Antonio”, denominato “Da Capo Milazzo a Padova”.
Un percorso di ben 1550 chilometri che attraverserà l'Italia partendo proprio dalla Sicilia e che sarà dedicato a pellegrini, camminatori e runners lungo tutto i luoghi del Santo.
L’inaugurazione ufficiale del “Cammino di Sant'Antonio da Padova” avverrà entro il 2021 in occasione dell'800° anniversario della presenza di Antonio da Padova, in Italia, ma ieri all’anticipazione sono intervenuti Alessio Bui, in rappresentanza del Comitato nazionale “Cammino di S. Antonio”, padre Mario Magro rettore della Basilica Sant'Antonio di Messina, Santi Gentili presidente Unpli, il sindaco Giovanni Formica e gli assessori Pierpaolo Ruello e Salvo Presti, Luciana Di Geronimo, presidente dell’associazione “Ama Camminare”, Nunzio Zagara dell’Agesci milazzese, Giovanni Mangano, presidente dell’Area marina protetta di Capo Milazzo.
Bui ha ringraziato l’Amministrazione comunale per aver creduto, due anni addietro, nelle potenzialità del cammino, evidenziando la particolarità anche del Santuario.
«Ho subito condiviso l’iniziativa – ha aggiunto il sindaco Formica – in quanto ritengo che il Cammino sulle orme di Sant’Antonio oltre a un pregnante valore devozionale possa avere risvolti turistici, economici e paesaggistici».
Nei prossimi mesi saranno effettuate da parte dei promotori delle verifiche del percorso. La realizzazione del Cammino richiede infatti non solo l’individuazione del tracciato, ma anche la sua sicurezza. la sua fruibilità (segnaletica, individuazione di punti di ristoro, località di pernottamento per pellegrini) e la sua manutenzione.
«Occorre un impegno collettivo – ha concluso l’assessore Ruello – perché questo itinerario religioso potrà essere inserito nei percorsi di fede che tanti tour operator offrono. Una occasione insomma da sfruttare».