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Dalla pasta ncasciata al ciusceddu, rivive l'antica cucina messinese nel libro di Nino Sarica

Presentata a Villa Cianciafara la ristampa del volume “Del cucinare in riva allo Stretto”. La sapiente raccolta di 73 ricette della tradizione che era ormai quasi introvabile

Presentata con successo nella magnifica cornice di Villa Cianciafara la ristampa del volume “Del cucinare in riva allo Stretto” del messinese Nino Sarica. Già editata nel 2003 dalla Società Messinese di Storia Patria, la sapiente raccolta di 73 ricette della tradizionale cucina peloritana curata da Sarica era ormai quasi introvabile. 115 pagine suddivise in sezioni (pesce, legumi e altri ortaggi, piatti particolari) che hanno raccolto il pieno consenso dei messinesi, evidentemente innamorati delle proprie origini gastronomiche.

Cucina e cultura unite da un connubio che esalta il senso identitario di una comunità che si è data appuntamento alle 17 del 12 ottobre nella storica dimora di Amedeo Giuseppe Mallandrino, discendente dei principi Tasca Filangeri di Cutò e imparentato con Lucio Piccolo e Giuseppe Tomasi di Lampedusa, in un pomeriggio dal clima mite e accattivante. Presenti nel parterre Rosario Moscheo, presidente della Società Messinese di Storia Patria, Francesco Trimarchi, delegato dell’Accademia Italiana della Cucina e Sergio Todesco, antropologo e già direttore della Biblioteca Regionale di Messina, che ha redatto la prefazione dell’opera.

“Molti locali” scrive Sarica non senza un pizzico di polemica “continuano a proporre piatti dichiaratamente preparati in assoluto rispetto della tradizione siciliana, sulla cui autenticità, però, si è spesso costretti ad avanzare qualche riserva”. Il libro nasce dall’aver attinto direttamente dall’esperienza culinaria della stessa madre di Nino Sarica la quale - ha dichiarato quest’ultimo - le aveva minuziosamente trascritte su un quaderno, e invitato il figlio a pubblicarle.

Ne è seguita una preziosa silloge contenente un ricco bagaglio di usi e tradizioni dal sapore tipicamente messinese, che hanno riportato in auge piatti sulla soglia dell’oblio come la “pasta ncasciata”, le “braciole di carne”, il “ciusceddu” e tanti altri. Note di colore ulteriormente rese vivaci dai contributi di Todesco e Trimarchi, quest’ultimo autore di una dotta dissertazione sulla preparazione dei piatti a base di pescespada e pescestocco, due autentiche icone della tradizione ittiologica peloritana. Un contributo, quello di Sarica, storica firma della “Gazzetta del Sud”, che rafforza la necessità di promuovere le risorse materiali e immateriali del nostro territorio, pena l’esclusione “quoad vitam” dai circuiti di sviluppo turistico-economico internazionali.        

Letture di alcuni brani del libro sono stati affidati alla voce recitante di Gianni Di Giacomo. L'incontro, organizzato dall'aassociazione Antonello da Messina è stato coordinato da Milena Romeo e presentato da Sergio Di Giacomo.

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