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Cultura Brolo

Venne alla spiaggia un assassino, Stancanelli racconta a Terranova la sua esperienza sulle navi delle Ong

A Brolo la presentazione di libro che sa alternare lo sguardo scanzonato a quello profondo e tragico sul fenomeno emigrazione. Il “dialogo” senza tabù fra due finaliste “Strega”

Un evento interessante, organizzato dal gruppo “ Ali di Carta” in collaborazione con l’assessorato alla cultura del comune di Brolo e la libreria Capitolo 18, ha trasformato il lungomare del borgo in un luogo di idee e suggestioni.

Dopo l’esecuzione di un brano musicale di Francesco Giaimo, e l’introduzione alla serata di Azzurra Ridolfo, Nadia Terranova, finalista al Premio Strega 2019,  con “Addio Fantasmi” edizione Einaudi, intervista Elena Stancanelli che racconta il suo “Venne alla spiaggia un assassino”, edtitore La nave di Teseo.

Le premesse per una serata radical chic, sembravano bisbigliate persino dalle onde in lontananza. Una scrittrice finalista allo Strega, che discute con una giornalista finalista allo Strega.

Invece la serata ha preso da subito una piega autentica. Nadia Terranova, ha posto “alla creatrice di mondi” delle domande interessanti ottenendo risposte intelligenti. Elena Stancanelli ha raccontato la difficoltà di approcciarsi ad un mondo attivo e frenetico come quello delle Ong, che a bordo di navi salvano esseri umani, per una scrittrice che di norma ha bisogno solo “di una stanza tutta per sé”.

Dalla preparazione dello zaino da portare a bordo, alla consapevolezza di dover essere un marinaio senza avere la minima competenza, dividendo spazi angusti accanto a navigati lupi di mare. Racconta nel suo romanzo d’anima e di avventura, lo stupore di trovarsi di fronte persone che vivono al centro della propria esistenza libere da nevrosi. Con una giacca a vento larga, Elena Stancanelli, dopo aver accolto l’appello di Sandro Veronesi che sul Corriere della Sera sulla questione migranti, scrive: “Mi chiedo, se non sia il caso di rompere gli indugi e metterci il corpo”, sale a bordo della “Burlesque”, barca d’appoggio alla “Mare Jonio”. Porta una sacca al braccio destro, e il ricordo di Alessandro Leogrande, amico e collega, scomparso meno di un anno prima, sul lato sinistro: quello del cuore.

Il 5 ottobre 2018 da Lampedusa inizia la vita in barca che è l’opposto di quello che accade dentro una stanza ad ognuno di noi. 

Un viaggio che è un percorso con un significato preciso anche se diverso per ciascuno dei marinai a bordo, opposto alla realtà precedente: “L’insignificanza mi attrae in maniera irresistibile. La mia insignificanza e l’insignificanza di quasi tutto”.

Elena Stancanelli a piedi scalzi, durante un turno di guardia osserva il mare: “Il Mediterraneo, è una specie di continente senza infrastrutture, abitanti, paesi e città. E’ un enorme spazio dove non vivono esseri umani ma gigantesche meduse color senape, tonni, tartarughe delfini e squali, per quanto mi è stato dato vedere. Di giorno passano gli aerei, ma di notte è soltanto una gigantesca distesa buia, selvaggia. Per questa ragione la legge del mare è ferrea. Perché è l’unica possibile, e si basa sul cuore e cervello di chi naviga. Una barca in difficoltà va soccorsa, l’annuncio passa sulla radio accesa e chi è più vicino, non fa differenza se si tratta di un mercantile o un gruppo di amici in crociera sulla barca a vela, prende le coordinate e la raggiunge. E se ci sono naufraghi si fanno salire a bordo. Punto”.

Riflessioni profonde più del ”Mare Nostrum”, considerazioni divertenti:  “In mare il pane fa schifo”. “Se sei nei guai indici una riunione“. “Non bere alcol fa bene, ma solo se sei su una nave in mezzo al mare. Altrimenti è triste”. Il segreto della riuscita di “Venne alla spiaggia un assassino” è la sapiente alternanza tra uno sguardo scanzonato ed uno profondo e tragico. Libro pensato e scritto bene, da leggere a prescindere da qualsiasi idea si possa avere sul fenomeno emigrazione.

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