“La Memoria Ritrovata”, i busti di Vittorio Emanuele II e di Umberto I tornano al Vittorio Emanuele
Dopo 111 anni i busti di Vittorio Emanuele II e di Umberto I degli scultori Michele Auteri e Lio Gangeri torneranno ad essere esposti al teatro Vittorio Emanuele. Iniziativa dell’Amministrazione comunale frutto di un’azione sinergica tra il presidente del teatro Orazio Miloro e il componente del CdA Nino Principato. La cerimonia di inaugurazione dal titolo“La Memoria Ritrovata (1908-2020)” si svolgerà venerdì 31 gennaio alle ore 11 in presenza del sindaco Cateno De Luca e dell’assessore alla Cultura Enzo Caruso.
Le due opere d’arte torneranno ad essere poste nelle nicchie del Foyer, dove erano collocate prima del terremoto del 1908, per onorare la venuta dei reali a Messina nel tardo ‘800. Il teatro di Messina, intitolato precedentemente a S. Elisabetta, per onorare il nome della madre del re Ferdinando II di Borbone, cambiò la sua denominazione in onore del nuovo sovrano nel settembre del 1860, quando una politica di esaltazione del Risorgimento Italiano, condusse all’intitolazione di piazze, vie e monumenti su tutto il territorio nazionale.
Dopo l’Unificazione, Messina ricevette più volte la visita dei reali e già nel 1862 lo stesso re Vittorio Emanuele II volle onorare con la sua presenza la città dello Stretto. Il 12 maggio del 1862 Vittorio Emanuele venne infatti accolto allo sbarcatoio dalle autorità e dal prefetto Mathien, che lo accompagnarono al Duomo e poi al Palazzo Reale del Priorato; la sera, il sovrano intervenne al teatro, a lui dedicato già nel 1861, ove assistette alla rappresentazione del “Teseo”, scritta dal poeta Vincenzo Amore e musicata da Giacomo Longo. Asceso al trono nel 1878, Umberto promosse, col determinante supporto della regina Margherita, una “notevole esaltazione del ruolo dell’istituzione monarchica attraverso un’intensa attività di rappresentanza e di pubbliche relazione”, con viaggi, cerimonie e inaugurazioni di monumenti dedicati al padre e a sé stesso, polarizzando l’entusiasmo popolare e l’attenzione della stampa.
Per tre volte Umberto I fece ritorno a Messina. La prima fu il 10 luglio 1862. Il giovane principe giunse nel porto accompagnato dai fratelli Oddone e Amedeo. Dopo essere stato al Duomo, fu condotto al Palazzo Reale (divenuto residenza del prefetto) per prendere parte al ricevimento organizzato in suo onore. Il giorno dopo i principi si recarono, invitati dal Municipio, al “Faro” per assistere alla pesca del pescespada e sabato 12 luglio visitarono l’Ospedale, l’Università, le Chiese più importanti, la Cittadella e il Forte S. Salvatore. Il 20 febbraio 1863 il principe Umberto venne per la seconda volta a Messina, rimanendovi tre giorni. In quell’occasione visitò gli istituti di beneficenza e di educazione, e il Circolo della Borsa. Non più da principe, ma da re, accompagnato dalla regina Margherita, dall’erede della corona e dal principe Amedeo, Umberto I tornò a Messina per la terza volta il 17 gennaio 1881.
La famiglia reale giunse in città per la strada ferrata e venne accolta nel Palazzo di Giulio Jaeger, dai cui balconi salutò la folla festante. In memoria dell’evento, per “ricordare ai posteri i lieti giorni della dimora degli amati sovrani e il lutto della tragica fine del re”, nei primi anni del ‘900 una targa marmorea si pose con grande solennità sulla facciata del Palazzo. Dopo aver visitato alcune scuole e la Società Operaja, i sovrani si recarono al Duomo dove la regina Margherita donò alla Manta della Madonna uno splendido gioiello “che si tolse dal petto”. Splendido fu il ballo alla Borsa che venne riprodotto su “L’Illustrazione Italiana” dall’artista Ximenes. Salutato il sindaco Cianciafara, i Sovrani lasciarono la città imbarcandosi per Reggio. Nei loro saluti il re disse: “Una cosa sola ci rincresce in questo momento ed è quella di doverci allontanare da Messina”.