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Coronavirus, la Regione stanzia 100 milioni di euro per aiutare le famiglie in crisi

Gli aiuti per assicurare l'assistenza alimentare ai cittadini in difficoltà. Le risorse verranno assegnate a tutti i comuni in diverse fasi. In Sicilia oltre 450mila nuclei in stato di povertà. Dai 5 Stelle 300mila euro per Asp e protezione civile

Anche a Messina arriverà parte dei 100 milioni di euro che la Regione ha stanziato per aiutare le famiglie in crisi dopo l'emergenza coronavirus. Una manovra, decisa dal governo Musumeci, destinata prima di tutto ad assicurare l'assistenza alimentare ai più bisognosi. 

"Si tratta di una prima necessaria risposta che vogliamo dare per consentire a migliaia di famiglie siciliane, ormai esasperate, di far fronte almeno alle immediate esigenze alimentari. Speriamo che arrivino prestissimo anche gli interventi dello Stato, da me più volte sollecitati. In queste settimane di paralisi - aggiunge il governatore - sono cresciuti a dismisura nella nostra Isola i nuclei familiari più fragili e maggiormente disagiati, quelli cioè che stanno soffrendo più di tutti la perdurante crisi dovuta all'emergenza coronavirus. Famiglie che in parte si aggiungono alle altre 450 mila dichiarate povere in sicilia, secondo i dati dell’Istat".

Le risorse verranno assegnate, in più tranche, a tutti i Comuni, che nella distribuzione - si legge nella delibera - dovranno prestare particolare riguardo "alle nuove povertà determinate dalle famiglie che non percepiscono più alcun reddito, compreso quello di cittadinanza, e alcuna altra assistenza economica o sanitaria".

I deputati 5 Stelle donano 300mila euro per Asp e protezione civile

Intanto, i deputati all'Ars dei 5 Stelle hanno donato 300mila euro alla protezione civile e alle nove Asp siciliane. Una somma che deriva dall'ormai canonica rinuncia a una fetta della propria indennità da parlamentari.

In particolare, alla protezione civile saranno destinati 100 mila euro, alle  Asp isolane le restanti 200 mila. Per queste ultime saranno acquistate e messe immediatamente a loro disposizione le attrezzature e i presidi sanitari che in questo momento mancano nelle rianimazioni e terapie intensive: ventilatori polmonari ed ecografi polmonari portatili, in primis.

“Abbiamo deciso – affermano  i deputati 5 stelle – di non dare materialmente le somme alle Asp, ma di comprare noi direttamente le attrezzature di cui hanno disperato bisogno, secondo le indicazioni dei medici in prima linea, e questo per evitare che le solite pastoie burocratiche possano rallentare i processi di acquisizione, che devono essere invece velocizzati al massimo. In questo momento anche poche ore possono fare la differenza e salvare una vita o no”. 

“Negli ospedali –  proseguono i parlamentari  – manca tantissimo, ma le cose di cui c’è disperato bisogno nelle terapie intensive sono soprattutto i ventilatori polmonari e gli ecografi polmonari portatili che possono essere un validissimo ausilio nel caso in cui non sia possibile  usare le Tac, che nei giorni a venire rischiano di essere ingolfate dai prevedibili aumenti di contagi. La portabilità delle attrezzature, inoltre, consente di effettuare esami anche lontano dalle terapie intensive”. 

“La politica – sottolineano i deputati –  in frangenti come questi deve andare anche oltre ai suoi ruoli istituzionali e, se può, dare segnali tangibili e concreti ai cittadini che stanno soffrendo terribilmente questa tremenda emergenza. Se anche una sola delle attrezzature che doneremo agli ospedali riuscirà a salvare una vita, saremo felicissimi”.

“L’emergenza Coronavirus – conclude il capogruppo Giorgio Pasqua, che fa parte della commissione Salute dell’Ars – sta mettendo a nudo tantissime delle carenze della sanità siciliana, cosa che abbiamo sempre denunciato, specie per le rianimazioni. Quando si è costretti a sottolineare il ‘ve l’avevamo detto’, è sempre molto brutto, perché significa che qualcosa è andato molto storto. Non è questo, comunque, il momento delle polemiche, siamo a fianco e a disposizione di chi in questo momento è al timone della nave in tempesta, ma è chiaro che a bocce ferme, quando sarà tornato finalmente il sereno,  tante cose andranno riviste e gran parte della sanità ripensata”.

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