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Csa: “Milazzo barca alla deriva”, il sindaco Formica: “Non sanno di cosa parlano”

Scontro a muso duro tra il primo cittadino e il sindacato sulle difficoltà economiche dell'ente e le scelte su contratti dei dipendenti e stabilizzazioni

Non ha resistito più di un paio d'ore il sindaco di Milazzo Giovanni Formica incalzato dal Csa con una dura nota: “Una barca ormai alla deriva e con l’ente rischiano di naufragare la città e i dipendenti, ed in particolare i  “contrattisti”, questi ultimi sempre più vicini al baratro dell’interruzione dei rapporti”, ha scritto il sindacato che parla anche della necessità di voltare pagina e prendere di petto una situazione amministrativa e finanziaria al collasso, anche a causa di scelte nelle politiche occupazionali che hanno lasciato scoperti ruoli nevralgici come quello del Dirigente del Servizio di Ragioneria. 

“Su tale ultimo punto - scrive Paladino - si registra anche un inadempimento contrattuale per il quale il sindacato preannuncia il ricorso al Giudice del Lavoro nell’interesse di tutti i dipendenti che non percepiscono indennità di istituti obbligatori quali rischio e turnazione”.

“Quando un sindacato esprime simile mediocrità, la Pubblica Amministrazione rischia davvero di morire ­ - esordisce Formica nella sua replica -. I lavoratori a tempo determinato non corrono alcun rischio di vedere interrotto il rapporto di lavoro. Questo perché mentre il buon segretario probabilmente era in ferie, l'amministrazione ha adottato in giunta lo schema di bilancio 2018-2020 che consente la copertura finanziaria delle proroghe anche per il prossimo anno, purché si avviino le procedure di stabilizzazione entro quello corrente. Si parla, a vanvera, di scelte “che hanno lasciato scoperti ruoli nevralgici come quello del dirigente del servizio di ragioneria”, quando una norma, l'art. 9 comma 1 quinquies del D.L. 113/2016, impedisce qualsiasi assunzione ai comuni che non siano in regola con l'approvazione dei bilanci ed è notorio che noi abbiamo condotto in solitudine e senza successo una battaglia per chiederne l'abrogazione”.

Su una cosa sono d'accordo: “I vuoti di organico sono enormi, è vero ed io per primo ho denunciato che se non cambieranno le norme che allo stato impediscono le assunzioni, molti comuni sono destinati a chiudere i battenti. Quanto al piano triennale del fabbisogno del personale, è certo che lo faremo, ma non avrebbe avuto alcun senso concentrarsi nella predisposizione di un atto che, senza gli strumenti finanziari che ci accingiamo ad approvare, non avrebbe potuto prevedere alcuna stabilizzazione”.

E sul mancato avvio della contrattazione decentrata spiega: “Noi abbiamo ricostruito tutti i fondi per il salario accessorio mancanti, sino al 2019. Anche in questo caso, le determine non possono registrare il parere favorevole del collegio dei revisori dei conti per l'assenza degli strumenti finanziari e di certo non è ragionevole pensare di contrattare anni ormai chiusi, per i quali va fatta soltanto un'attività di ricognizione degli istituti azionati al fine della loro regolarizzazione o liquidazione. Promuovessero pure ricorso al Giudice del Lavoro, così avremo un'ulteriore sede dove dimostrare il livello di approssimazione con cui vengono affrontati temi così delicati per la vita dell'ente”.

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