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Baraccopoli, De Luca: "Entro cinque anni chiudiamo questa vergognosa storia"

Dalla Regione in arrivo 39 milioni di euro per il risanamento. Il primo cittadino pone una nuova scadenza per eliminare una delle piaghe storiche della città. Il sindaco contro i suoi predecessori: "Idiozia amministrativa ha fatto perdere i fondi del '90"

Tra cinque anni Messina non avrà più le baracche. Parola del sindaco Cateno De Luca che questa volta si rivela più prudente nel porre una scadenza all'eliminazione di una delle piaghe storiche della città.

Dalla Regione sono in arrivo 39 milioni di euro, a breve saranno erogati i primi 14, nelle prossime settimane i restanti 25 milioni. Fondi necessari a completare le opere di risanamento che l'amministrazione ha iniziato seppur a rilento nonostante le alte aspettative di inizio mandato. 

Le risorse, così come sottolineato dallo stesso De Luca, sono state sbloccate grazie all'impegno del governatore Nello Musumeci, dell'assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone e del direttore generale Fulvio Bellomo. 

"Purtroppo le precedenti amministrazioni comunali - ha precisato il sindaco -  non hanno impedito che le risorse assegnate alla città di Messina con la legge 10/90, oltre 260 milioni di euro, venissero eliminate sia per mancanza di spesa che per vera idiozia politica e amministrativa. Nei prossimi cinque anni  grazie al governo Musumeci, si chiuderà la stagione delle baracche eliminando una storia vergognosa che ha sempre caratterizzato il senso di rassegnazione dei messinesi".

Intanto, i consiglieri Libero Gioveni e Alessandro Cacciotto tornano sulle condizioni di degrado dell'area sbaraccata di Camaro Sottomontagna. 

"Abbiamo sempre seguito a fari spenti tutto l'iter che dovrebbe portare all'integrale sbaraccamento della zona - affermano Gioveni e Cacciotto - ma adesso non ci convincono alcuni passaggi sanciti a più riprese dai soggetti istituzionali coinvolti. Per esempio - proseguono i due consiglieri - inizialmente si era detto che l'ostacolo maggiore fosse rappresentato giustamente dalla presenza di amianto che, come è noto, necessita di particolari procedure di legge per essere prelevato e smaltito. Poi, però, il presidente di Arisme Scurria ha dichiarato di non accontentarsi di sbaraccare solo quest'area, bensì vorrebbe attendere di completare ormai il risanamento della parte bassa di Camaro San Paolo dopo naturalmente aver completato l'iter per l'acquisto di alloggi sul mercato".

"E infine - ricordano Gioveni e Cacciotto - viene fuori l'alibi (certamente giustificato e plausibile) che occorrerebbe, prima di procedere, il passaggio formale, ormai per legge, delle aree dall'Iacp ad Arisme, consegna che non sappiamo ancora sia avvenuta. Fatto sta - insistono i due esponenti Pd - che ci stiamo avvicinando già al primo anno di sgombero dalle baracche e fra eternit depositato, materiale di risulta accatastato e rifiuti vari abbandonati dai soliti incivili, la zona è diventata invivibile rappresentando, appunto, un potenziale e quotidiano pericolo per la salute dei residenti".

Gioveni e Cacciotto chiedono l'urgente indizione di una conferenza dei servizi fra tutti gli enti coinvolti che possa finalmente dettare i tempi e le modalità per le tanto attese operazioni di sbaraccamento.

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