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Venerdì, 29 Marzo 2024
Salute

Cavernomi al cervello, un vecchio farmaco dà speranza: cercasi volontari

Anche il Centro Neurolesi nella sperimentazione clinica, in collaborazione con Roberto Latini dell'Irccs Istituto di ricerche farmacologiche di Milano e finanziata dall'Agenzia italiana del farmaco

Da un vecchio farmaco la speranza di una possibile cura per i cavernomi cerebrali, malformazioni dei vasi sanguigni del cervello che possono provocare emorragie a volte associate a deficit neurologici, crisi epilettiche, mal di testa ricorrenti, paralisi o ictus emorragico. Il propranololo, un medicinale già disponibile e di uso comune, si è dimostrato efficace negli animali e ora uno studio clinico lo testerà nell'uomo.

La speranza è quella di offrire ai pazienti un'alternativa 'dolce' alla rimozione chirurgica del cavernoma tramite craniotomia. All'origine ci sono ricerche firmate da un team guidato da Elisabetta Dejana dell'Istituto Firc di oncologia molecolare (Ifom) e dell'università Statale di Milano, sostenute dall'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc) e dall'European Research Council (Erc).

La sperimentazione clinica, in collaborazione con Roberto Latini dell'Irccs Istituto di ricerche farmacologiche di Milano e finanziata dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), coinvolge 6 centri della Penisola - Policlinico, Besta e Niguarda di Milano, università Cattolica di Roma, Casa sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo (Foggia) e Neurolesi - che fino al 30 settembre arruolano volontari. Per info scrivere a roberto.latini@marionegri.it o telefonare al numero 3396092097. Ad oggi sono state reclutate 69 persone, ma si punta ad arrivare a 80.

Lo studio durerà 2 anni e prevede l'assunzione quotidiana del farmaco accompagnata da diverse indagini, tra cui una risonanza magnetica annuale centralizzata per tutti i pazienti al Policlinico di Milano, e prelievi che consentano l'identificazione e la caratterizzazione di nuovi marcatori diagnostici e terapeutici.

L’Irccs Centro Neurolesi Bonino-Pulejo di Messina è l’unico centro siciliano a partecipare (e non l’Università di Messina, come erroneamente riportato da agenzie), assieme ad altri qualificati Istituti italiani, a un importante studio clinico per la cura dei cavernomi cerebrali. Lo studio è promosso dall’Irccs Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri ed è coordinato dalla Professoressa Elisabetta Dejana dell'Istituto Firc di oncologia molecolare (Ifom) e dell'Università Statale di Milano.

“Questo importante studio -  ha dichiarato il direttore scientifico Irccs Placido Bramanti - si pone l’obiettivo di studiare una nuova cura per i cavernomi cerebrali, malformazioni vascolari che possono portare a deficit neurologici, epilessia, cefalea ed emorragie cerebrali. Attualmente presso il nostro IRCCS stiamo seguendo i pazienti che hanno già iniziato il trattamento e siamo pronti per nuovi arruolamenti che si chiuderanno a breve”.

“Il team dei ricercatori” – continua Bramanti – “è costituito dalla dottoressa Emanuela Mazzon, responsabile del laboratorio di neurologia sperimentale, la quale si sta occupando dell’identificazione e della caratterizzazione di nuovi marcatori biologici di malattia, dalla dottoressa Silvia Marino, responsabile del laboratorio di neurobioimmagini,  alla quale è stato affidato l’arruolamento dei pazienti e la loro valutazione clinica e di imaging, e dalla dottoressa Rosella Ciurleo, responsabile dei trials clinici, la quale sta coordinando lo studio in ogni sua componente”.
 

Il direttore scientifico conclude cosi: “Ci aspettiamo che farmaco in studio riduca sensibilmente tutta la sintomatologia dovuta alla presenza di cavernosi cerebrali, con un conseguente miglioramento della qualità della vita dei nostri pazienti, e che riduca altresì il ricorso agli interventi chirurgici che ad oggi rappresentano l’unica alternativa di cura e che purtroppo non sempre danno un esito positivo”. 
 

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