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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Nuovi Briganti, il "fottuto terrone" che vive a Treviso e insegna arti marziali

L'amarcord di Giuseppe Paterniti, dalla prima apparizione ad Avanzi su Rai3 alla finestra chiusa in faccia a Chuck D dei Public Enemy. Quando l'hip hop era in dialetto messinese e Jovanotti affittò un intero palasport per il compleanno

C'era un tempo in cui il rap parlava messinese e proprio dallo Stretto cominciava a scalare la penisola. Contaminato ed esportato dagli Stati Uniti il padre dell'hip hop italiano figlio a sua volta dei Centri sociali risponde nel nostro dialetto in quei primi anni di diffusione. Permettendosi con molto rispetto (per non essere disturbato nei suoi "incontri" gradevoli con l'altro sesso) di chiudere una finestra in faccia a Chuck D dei Public Enemy. Non è da tutti e non è una metafora ma una parte della storia dei Nuovi Briganti, formazione nata nel 1991 e creata anni prima nel "laboratorio" musicale di una Quinta Ginnasio del liceo Giuseppe La Farina. Si chiama Giuseppe anche Paterniti che ancora oggi pure in Cina chiamano Lupo. Con Raffaele Riberti in arte Vulcano (i due oggi fanno tutt'altro nella vita) si inserisce in quella Messina vitale, propositiva e poco noiosa, desiderosa di sperimentare e far conoscere quanta genialità ci sia nella nostra terra. "Non avendo una vita scolastica florida ma un'età dove hai la testa altrove - ricorda Giuseppe - eravamo appassionati di hip hop che in Italia era agli albori e non si ascoltava particolarmente, facevo parte di un gruppo chiamato Sovversione ottenendo una discreto successo con la musica alternativa, abbandonata quella band insieme a Raffaele abbiamo fatto indigestione di hip hop americano acquistando dischi, iniziando a scrivere e a sperimentare". Prendendo a prestito un registratore a quattro piste i due Briganti realizzano il primo Demo con cinque brani e uno di questi era la versione originaria di Malasorti. "Una produzione nata per scherzo, per divertirci e vedere l'effetto che avrebbe fatto, spedisco la registrazione a Rai Stereo Notte che era tra le poche stazioni che passava musica alternativa e il risultato fu che in piena notte i brani furono proposti più e più volte diventando la novità assoluta del momento". Il musicista Lele Marchitelli, che curava la parte musicale del programma di Rai3 Avanzi, nota qualcosa di interessante in quei ragazzi e li invita a Roma. Con loro il primo Dj dei Nuovi Briganti, Fabio Cacia, anche lui compagno di scuola al liceo. 

Avanzi e la prima apparizione in Rai

"La cosa è stata immediata, proponiamo dal vivo Malasorti e da lì inizia tutto...ci contatta la Helter Skelter di Roma che trasforma quel demotape in un vinile dal titolo "Nuovi Briganti". Fu un crescendo di richieste, di concerti nel Nord Italia dove i due siciliani vengono chiamati più che al Sud nonostante i brani di impegno politico riguardino molto la Questione Meridionale ancora irrisolta. La vicinanza ai Centri Sociali fa la sua parte negli ambienti musicali off. "Ci volevano ovunque da Firenze in su, anche fuori confine, siamo stati in Belgio, in Francia, a Roma abbiamo tenuto il primo concerto importante al Forte Prenestino con migliaia e migliaia di persone, cantammo al Leoncavallo a Milano". Le cose si fanno serie. A fine '92 l'interesse di due multinazionali: la Emi che i Nuovi Briganti rifiutano per non dover lasciare la Sicilia e la Cyclope Records di Francesco Virlinzi che da Catania distribuiva e produceva musica con la Polydor. "Nel '93 esce Fottuto Terrone, il nostro album più importante, tocca vendite vicine alle 40mila copie, è un successo ma si inserisce in un periodo controverso...le maggiori radio italiane non intendono passare i contenuti di Fottuto Terrone e Sono siciliano, sai a quel tempo la Lega stava iniziando la sua crescita, insomma ci boicottano per dirla tutta, ci consentono di farci conoscere con il video più leggero di Notte Calda, tutti gli ambienti alternativi ci richiedavano con forza, noi non facevamo problemi tra cantare in un Centro sociale o in una discoteca di Milano, il problema era loro, siamo stati in Tour nei teatri con Avanzi, tenendo altri concerti all'estero". 

Jovanotti in Studio e l'affitto del Palasport

Ai Nuovi Briganti si avvicina la produzione di Jovanotti (Luca Cersosimo ed Enrico La Falce) che in quegli anni aveva l'esigenza di cambiare pelle musicale e che diventa la produzione di Lupo e Vulcano. "In quel periodo Lorenzo veniva tutti i giorni ad ascoltarci in Studio, ci invitò alla sua festa di compleanno quando affittò l'intero Palasport di Milano, fu una festa incredibile, i vip ci guardavano in modo strano, Claudio Cecchetto ci prendeva per dei marziani ma era incuriosito dal nostro hip hop siciliano". Fottuto Terrone apre la porta ai grandi concerti. I Nuovi Briganti alzano il sipario del live dei Public Enemy (tre anni prima da fan erano andati a Milano a vederli dal vivo). "Ricordo che di giorno dormivo in quegli anni e alle 11 ricevo una telefonata che sonoramente chiudo, il telefono insiste e alzando la cornetta qualcuno mi parla in americano e mi spiega la scelta di volerci come apripista dei Public Enemy visto che noi, come loro, cantavamo per i diritti delle minoranze". Allo stadio di Prato i camerini del concerto venivano raggiunti entrando da una finestra in modo da evitare un giro più lungo. "Finita la nostra performance abbiamo la fortuna di incontrare delle ragazze, avevamo voglia di farci una doccia, ma durante il loro concerto Chuck D lascia il microfono e con una gran rincorsa tenta di raggiungere il suo di camerino che era collegato obbligatoriamente al nostro, noi eravamo impegnati...così Raffaele chiude la finestra e Chuck D ci va contro...". I due siciliani fanno da supporter anche al live dei Beastie Boys a Reggio Emilia. 

Nuovi Briganti, il "fottuto terrone" che vive a Treviso e insegna arti marziali

Dall'hip hop americano alle Arti marziali cinesi   

Nel 1996 viene fuori l'album Camico (dal nome della prima città sicana), c'è Carmen Consoli ai cori in "Lascia che sia così". "A mio avviso un disco interessante ma non ebbe lo stesso successo di Fottuto Terrone, non c'è stata la stessa spinta promozionale, abbiamo avuto alcune incomprensioni con Francesco Virlinzi, volevamo che tutti gli artisti del suo gruppo fossero seguiti come gli altri, per noi fu l'inizio della fine, si parlava di una possibile partecipazione a Sanremo e invece...". Riberti decide di farla finita con la musica mentre Paterniti va avanti con il progetto Nur sotto la supervisione di Franco Battiato. Un sound a metà tra la musica da camera e l'elettronica. Trentanni dopo Lupo fa proprio tutt'altro. "Non riesco a fare musica, vivo da 21 anni a Treviso, ho cambiato totalmente vita, dirigo una scuola di arti marziali cinesi e discipline affini per il benessere psicofisico sempre di matrice cinese e se volete potete informarvi sul sito paterniti.it, l'ultima volta che ho sentito Raffaele è stata due o tre anni fa per un episodio di Cafon Street dove ci siamo noi, Marcello Crispino ci chiese di doppiare noi stessi, nel cartone siamo due carabinieri". Lupo, chiamato così dagli amici per il suo essere solitario fin da bambino, scopre anni dopo che un trisavolo con lo stesso nome e cognome veniva soprannominato "u lupu". Il suo maestro di Kung Fu lo ha accolto da discepolo in Cina con il nome di lupo virtuoso senza che lui chiedesse nulla. C'è qualcosa che ruota sempre attorno al carnivoro che ha divorato hip hop in dialetto messinese e ha casa nel profondo Nord-Est italiano. Senza più coppola in testa. 
 

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