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Badiazza luogo del cuore, ma il soprintendente lascia le porte chiuse

Restano fuori dalla chiesa fortezza di epoca normanna politici e cultori dell'arte che hanno partecipato alla posa della targa. L'indignazione dei presenti

Ma il soprintendente che problemi ha? Bella domanda. Perchè oggi sono tanti quelli che se lo sono chiesti e sono rimasti delusi per la mancata apertura della Badiazza. Sono rimaste deluse 9.006 persone che questo luogo lo hanno votato alla nona edizione del censimento dei luoghi italiani da non dimenticare promosso dal Fai, il Fondo per l'ambiente italiano.

Sì, perchè oggi, per ricordare quanto è importante per Messina questa chiesa fortezza di epoca normanna, Matteo Allone, presidente dell'associazione Il Centauro Onlus, appassionato di storia e da sempre legato a questo posto straordinario, ha deciso di realizzare una targa che è stata posizionata alla Badiazza nella mattinata. All'iniziativa anche autorità, appassionati di arte e semplici cittadini che però non hanno potuto visitare la chiesa “luogo del cuore”. Il lucchetto, con tanto di catenaccio, era lì e del soprintendente invitato alla manifestazione nessuna traccia.

Badiazza, luogo del cuore Fai

“Non è stato una bella cosa - spiega amareggiato Matteo Allone -  Lasciarci tutti fuori, così, beh, che dire? Avrebbe almeno potuto avvisare che non sarebbe venuto nonostante l'invito e la nostra specifica richiesta ad aprire il cancello. La soprintendenza ha sempre sostenuto che la chiesa viene aperta su richiesta. Noi la richiesta l'abbiamo inoltrata chiedenco almeno l'apertura dalle 10 alle 12 per consentire ai partecipanti alla manifestazione di entrare e anche perchè questa era una giornata dedicata alla chiesa di Santa Maria della Scala. La chiesa stessa meritava di ricevere la sua targa”.

Un comportamento che è stato stigmatizzato da tutti i presenti, da Pippo Previti, all'assessore Dafme Musolino, al direttore del museo di Gesso, Mario Sarica, alla delegata Fai Giulia Miloro, allo storico Franz Riccobono, al presidente di Legambiente Giovanni D'Arrigo, alla presidente del Cirs Maria celeste Celi ma anche il presidente dell'Ordine dei Medici, Giacomo Caudo e tanta altri appassionati d'arte come Paolo Mazza che sono rimasti fuori e che hanno a cuore questa monumentale struttura chiusa da un anno in attesa di lavori di ristrutturazione sulla quale non sembra comunque esserci una tabella di marcia. 

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