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Giovedì, 28 Marzo 2024
Attualità Milazzo

Cyberbullismo e dipendenza dai like, campagna della polizia postale: “Un minore su due vittima di violenze”

L'iniziativa educativa itinerante “Una vita da social” fa tappa a Milazzo per sensibilizzare e prevenire rischi e pericoli della Rete per i minori. I dati choc

Un ragazzo su tre ha un profilo fake sui social, 5 ragazzi su 6 controllano sempre chi mette like ai loro post, un minore su 2 è vittima di violenze ed il dato è in netta crescita per i giovanissimi. 

C'è da fare più di una riflessione e da aggiustare il tiro sui dati diffusi in occasione della più importante e imponente campagna educativa itinerante realizzata dalla polizia postale e delle Comunicazioni nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli della Rete per i minori, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

Si tratta di un tour itinerante di 62 tappe, sia sul territorio nazionale sia internazionale, che oggi arriva a Milazzo, in piazza Caio Duilio. Presenti gli studenti degli Istituti Comprensivi di Milazzo, dell’Istituto Comprensivo Stefano D’Arrigo di Venetico e dell’Istituto I.T.E.T. E. Fermi di Barcellona Pozzo di Gotto. Si tratta di un progetto  che nel corso delle precedenti edizioni ha raccolto un grande consenso. Operatori di polizia e delle comunicazioni hanno incontrato oltre 2 milione di studenti sia nelle piazze che nelle scuole, 220.000 genitori, 125.00 insegnanti per un totale di 17.000 Istituti scolastici, 300 città raggiunte sul territorio e due pagine twitter e facebook con 127.000 like e 12 milioni di utenti mensili sui temi della sicurezza online.

Contro ogni forma di prevaricazione

Ancora una volta la polizia scende in campo al fianco della scuola per un solo grande obiettivo: fare in modo che il dilagante fenomeno del cyberbullismo e di tutte le varie forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto delle tecnologie,  non faccia più vittime. L’obiettivo dell’iniziativa, infatti, è quello di prevenire episodi di violenza, vessazione, diffamazione, molestie online, attraverso un’opera di responsabilizzazione in merito all’uso della “parola”. Gli studenti attraverso il diario di bordo https://www.facebook.com/unavitadasocial/ potranno lanciare il loro messaggio positivo contro il cyberbullismo.

Da L’Aquila a Palermo, attraversando lo stivale con un truck allestito con un’aula didattica multimediale, gli operatori della Polizia Postale incontreranno studenti, genitori e insegnanti sui temi della sicurezza online con un linguaggio semplice ma esplicito adatto a tutte le fasce di età.

“Capire i ragazzi oggi non è sempre per gli adulti compito agevole, soprattutto quando si tratta di comprenderne i bisogni, i modelli di riferimento, gli schemi cognitivi inerenti i diversi gruppi di riferimento che compongono il variegato universo giovanile - si legge nel comunicato dell'organizzazione -  Giovani che sempre più spesso restano “contagiati” da modelli sociali trasgressivi completamente sconosciuti ai genitori. Sempre più sono i giovanissimi a rischio solitudine che per ore su Internet incontrano altri internauti altrettanto solitari che, a volte, sono già stati contagiati dai “pericoli del web”. Il fascino della rete e la sottile suggestione del messaggio virtuale,  l’idea di sentirsi “anonimi”, nonché il senso di deresponsabilizzazione rispetto ai comportamenti tenuti online, stanno dilagando così da determinare serie preoccupazioni in coloro che ancora credono in valori fino a ieri condivisi. Per fare della Rete un luogo più sicuro occorre continuare a diffondere una cultura della sicurezza online in modo da offrire alle nuove generazioni occasioni di riflessione ed educazione per un uso consapevole degli strumenti digitali”.

I social network strumento nella quotidianità dei teenager

Dalla ricerca di Skuola.net per "Una Vita da Social", però, emergono anche altri fattori interessanti che spesso i Millennials e la Gen Z tengono ben segreti. Emerge infatti che 1 ragazzo su 3, sul proprio social di riferimento, possiede un account falso: sono circa il 28% quelli che dichiarano di averne 1 oltre a quello “ufficiale”, mentre il 5% è presente ma solo con un fake. Perché questa identità anonima? Principalmente per conoscere gente nuova senza esporsi troppo online (26%), oppure per controllare i propri amici senza che loro lo sappiano (21%) nonché per controllare tutti quelli da cui sono stati bloccati (20%). Non manca chi ricorre ai fake per controllare il proprio partner (10%) o chi cerca di sfuggire dal controllo dei propri genitori (il 4%).

Non manca tuttavia uno zoccolo duro, neanche così piccolo, che vive per i like. Per 1 su 3, infatti, un contenuto che genera poche interazioni ha un effetto negativo sull’umore. Mentre il 40%, più o meno sporadicamente, è disposto a cancellare un contenuto dalle scarse performance. Su una cosa, invece, i giovani sono in assoluto accordo: il controllo di chi commenta, condivide o clicca mi piace sui propri contenuti. Solo 1 su 6 dichiara di non farlo mai. Questo perché attraverso la guerra dei like di costruiscono amicizie e rapporti personali: solo il 56% è disposto a dare un giudizio positivo ad un contenuto postato da una persona che in genere non ricambia (il cosiddetto like4like). Mentre sono ancora meno (48%) quelli che non ricorrono mai al like tattico, ovvero ad una approvazione di un contenuto altrui col solo scopo di farsi notare.

Diffondere una cultura della sicurezza e della legalità in Rete è uno dei principali obiettivi che la Polizia di Stato, con la Specialità della Polizia Postale si prefigge e in questo contesto si inserisce l’iniziativa di “Una vita da social” per un uso corretto e consapevole del web.

 “Il web esercita una attrattiva sempre più forte sui minori e la nostra attenzione è rivolta soprattutto a loro, senza dimenticare il ruolo di genitori ed insegnanti– afferma il Primo Dirigente della Polizia di Stato Marcello La Bella. Mancanza di consapevolezza, senso di deresponsabilizzazione e idea di non essere individuati nelle loro condotte on-line conduce ad una crescente illegalità giovanile sul web che, chiaramente, richiede un impegno sempre più intenso da parte di tutti.” 

Dati statistici-2

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