Festa sulla Feluca per il compleanno di Nino Arena, 76 candeline e 60 passati a cacciare pescespada
La città di Messina si rappresenta fortemente in alcuni simboli la cui fama ha valicato i confini strettamente regionali e tra questi, oltre ad arancini e granite entra a pieno titolo il Pesce Spada. Quando si parla di caccia al pescespada entriamo in un mondo ricco di storie e tradizioni che nel tempo hanno affinato e fatto evolvere questa particolare pesca. Intanto il pescespada non si pesca ma si caccia, lo si va a cercare, lo si insegue e con lui si combatte alla pari. In questa caccia c’è un corretto rapporto tra l’uomo e il pesce ; il primo con un solo arpione e un solo lancio e lui, il pescespada ha tutto il mare intorno per sfuggirgli.
C’era una volta il Luntro una piccola barca nera velocissima il cui potente motore erano 4 rematori e il “lanzature” cioè colui che doveva lanciare l’arpione. Da anni ormai quell’imbarcazione è stata sostituita dalla più famosa Feluca celebrata anche in una famosa canzone di Domenico Modugno che ha scritto nel periodo in cui viveva a Messina.
Ora se la caccia al pescespada fa parte della tradizione messinese, a portare avanti questo rituale è la famiglia Arena giunta alla quarta generazione di cacciatori di pescespada. Il capostipite Pasqualino Arena che ha lasciato l’eredità al figlio Simone che a sua volta l’ha trasmessa al figlio Nino che il 12 agosto di quest’anno ha festeggiato 76 anni di cui oltre 60 passati a cacciare pescespada. Inizialmente Nino era un arpionatore ma poi nel tempo si è scelto il ruolo di “Banniature” colui che dalle ore 6 del mattino, quando iniziano a perlustrare lo Stretto di Messina, e fino a poco prima del tramonto passa il tempo sull’antenna a dare indicazioni sulla presenza del pescespada e sulla direzione da seguire per cacciarlo. Nino oggi ci racconta con emozione che anche la prossima generazione, la quarta, vedrà un componente della sua famiglia a mantenere questa tradizione. Auguri Nino
Domenick Giliberto