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Dalla costruzione di chitarre al nuovo Ep della band Cuori Selvaggi, un Longobardo messinese in Umbria si racconta

La produzione a distanza di "Manna" teleguidata dal suo studio di Foligno. Storia di un progetto musicale che mette radici in tutta Italia

Un ponte con la musica tra la Sicilia e l’Umbria. Messina sempre nel cuore. Cristian Longobardo è messinese trasferitosi a Foligno da ormai diversi anni, dove ha messo su famiglia, non dimentica la sua grande passione per la chitarra e l’amore per la sua terra. Un binomio sempre più forte anche da lontano che si rinsalda anche nella sua attività di artigiano-artista che con passione e impegno costruisce chitarre.

Recentemente ha realizzato col suo gruppo messinese "Cuori Selvaggi", band storica della scena indipendente italiana, un Ep dal titolo "Manna", pubblicato lo scorso dicembre e distribuito da Distrokid su tutte le piattaforme online (da Bandcamp a Spotify, da Youtube ad Amazon e I-Tunes, etc.). La band si compone anche del cantante e autore Giuseppe Scarcella, del bassista Domenico Rossi e del batterista Peppe Pullia e sono presenti con tutte le info nella loro pagina Facebook/Cuoriselvaggi. Nella produzione è presente anche la collaborazione all'organo di Dino Scuderi, ex De Novo e maestro riconosciuto per le sue direzioni in “musical” nazionali di successo (come "Jesus Christ Superstar" e quest'anno "Tutti parlano di Jamie"). L’Ep è stato mixato e masterizzato dallo stesso Cristian nel suo studio di Foligno, denominato "Magical Mistery Room", dove smanettando sui cursori virtuali dei suoi computer ha miscelato e masterizzato al meglio le sonorità di "Manna", con due brani in siciliano (A Figghia du Pasturi e Manna) e due in italiano (Ambedue e Vivide Immagini). Gli abbiamo fatto qualche domanda.

Cosa ti ha portato a Foligno in Umbria?

“La musica e dopo l’amore mi hanno portato qui, ed anche la voglia di cambiare aria, anche se inizialmente non era la mia regione preferita. Bisogna un po’ abituarsi allo stile di vita un po’ “tranquillo”
all’inizio per chi è stato nelle grandi città può essere una cosa non tanto facile da digerire; ma poi con il tempo si capisce che è un valore aggiunto alla tua vita. Qui praticamente lo stress non esiste, è un modo di vivere completamente differente, con tutti i suoi pregi ed i suoi difetti”.

Quali differenze e similitudini fra la Sicilia e l’Umbria? Come ti sei inserito anche musicalmente?

“Ci sono più differenze che similitudini. La popolazione umbra ha un’origine contadina, a volte anche riservata ma che sa tirarsi su le maniche al momento opportuno, senza lamentarsi troppo, come è già successo con il terremoto del ‘97. E il senso della comunità qui è molto più forte. Musicalmente mi sono inserito abbastanza bene (ormai vivo qui dal lontano  2000); è complicato ritagliare uno spazio a livello musicale in questa città (Foligno, ndr), la cultura per la musica dal vivo non è così radicata e ci sono pochissimi locali. Comunque riesco a lavorare e a fare anche diversi spettacoli in teatro con situazioni musicali differenti”.

Cosa tiene ancora uniti i Cuori Selvaggi, anche a distanza, in questa originale esperienza musicale fra l'italiano e il siciliano? Qual è il progetto artistico?

“I Cuori Selvaggi riescono a stare ancora insieme perché il gruppo live per com’era inteso una volta adesso si è trasformato più in un progetto musicale vero e proprio, una sorta di laboratorio dove mettere dentro le nostre idee, praticamente il nostro luogo segreto dove poter sviluppare la nostra creatività”.

Come può influire la tua esperienza artistica umbra sulle future produzioni nei Cuori?

“Diciamo che tutte le esperienze hanno portato una crescita musicale ed interiore, dalla seratina nel localino fino al musical (Jesus Christ Superstar diretto da Dino Scuderi - ndr) dove ho lavorato anche professionalmente. Nell’ultimo lavoro dei Cuori ho cercato di lavorare più all’arrangiamento, cercando di mettere da parte tutti i (pochi) tecnicismi in favore della musica, senza cercare condizionamenti  di genere alcuno. È stato più un lavoro diciamo da "producer" che mi interessa forse più che suonare la chitarra stessa. Forse sto invecchiando!?”.

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