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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Diorami e presepi artigianali: la magia delle creazioni di AiapMe Amici del Presepio

Il Covid ferma la mostra 2020 ai Chiostri ma non la passione dei soci dell'’Associazione italiana Amici del Presepio. Il presidente Genovese ci svela i segreti di un'arte senza tempo: "La nostra filosofia è creare ambienti che somiglino a scatti fotografici"

Religione, storia e folclore. Il fascino del Natale è racchiuso senza dubbio nell’arte presepiale, che diventa espressione di un sapere tramandato di generazione in generazione e ogni anno restituisce tutta la magia  della natività. In città c’è un luogo in cui quest’arte manuale frutto della sapiente esperienza di artigiani per passione si coltiva tutto l’anno: l’Associazione italiana Amici del Presepio sede di Messina, organizzazione nazionale no profit nata nel 1953 a Roma che conta circa cinquemila soci sparsi in  tutto lo Stivale.

Una realtà a Messina, presieduta da Gigi Genovese, che dal 2006 organizza una stupefacente mostra di diorami  e  presepi  realizzati nel corso dell’anno  e che in collaborazione con la Curia Arcivescovile, l’ente Teatro di Messina che ne cura l’allestimento e il patrocinio gratuito del Comune di Messina propone una campionatura di opere, realizzate con vari stili, materiali e tecniche di costruzione, provenienti non solo dalla Sicilia, ma anche da altre regioni italiane. Quest’anno la XV esposizione non ci sarà a causa della pandemia, ma il Covid non ferma la passione che ha spinto numerosi dei soci a continuare  a costruire le loro preziose creazioni anche per questo inconsueto Natale 2020. Il  primo in cui i Chiostri non saranno impreziositi dall’iniziativa che ogni anno coinvolge messinesi e non. Tra gli ultimi gioielli realizzati ci sono i presepi 2020 di Giuseppe Spadaro e Antonio  Calabrese, alcuni dei venti soci che compongono l’Associazione.

Presepi e Diorami

Ma come nasce un presepe artigianale? Gigi Genovese, presidente dell’Associazione e artigiano di presepi ci svela i segreti di un lavoro manuale in cui la parola chiave è senza dubbio  la passione: “ I lavori che  creiamo sono molto particolari  derivano dall’esperienza e dalla ricerca di materiali idonei alla realizzazione e alle varie tecniche di costruzione”.

Innanzitutto bisogna fare delle distinzioni di genere: abbiamo il presepe popolare e il presepe storico o orientale, ciò che cambia è l’ambientazione. Nel primo caso  si può ambientare la scena desiderata in qualsiasi contesto nel secondo  bisogna riprodurre fedelmente il contesto storico di riferimento alla natività: “ Si parte da un’idea- racconta Genovese- se abbiamo intenzione di fare un presepe popolare può essere utile andare in giro e  scattare delle foto  da cui trarre ispirazione, uno scorcio particolare potrà diventare la nostra scenografia. Se invece preferiamo fare riferimento alla tradizione bisogna condurre una precisa ricerca storiografica”.

Dopo aver scelto cosa immortalare il passo successivo è la realizzazione di uno schizzo da cui prenderà vita l’opera: “Noi ci occupiamo solo della scenografia. Fondamentale è la scelta dei materiali da usare, prima usavamo solo gesso e polisterolo  adesso usiamo il polistirene”. Ma il fiore all’occhiello dell’Associaizone sono i diorami: “Sono costruiti con una tecnica di prospettiva  che fa vedere l’ambientazione dando l’impressione allo spettatore di essere parte della scena”, precisa Genovese . Il diorama infatti, la cui origine risale alla fine del ‘700 in Inghilterra, in realtà è un teatro in miniatura che nulla ha a che fare con i presepi, la parola diorama infatti letteralmente  significa “osservare attraverso”. Si tratta delle prime forme di riproduzione scenografica tridimensionale del reale, questa fu riprodotta nei presepi  per la prima voltai in Spagna nel 1912 per poi diffondersi anche in Italia.

"La nostra filosofia-continua Genovese-  è creare presepi che somiglino a veri scatti fotografici.  Vogliamo che gli spettatori si concentrino sulla scena e non su  effetti speciali che volutamente non inseriemo nei nostri presepi “. Lo sa bene Genovese che ha cominciato a fare presepi a 15 anni insieme al padre e ne ha creati circa una cinquantina . L’ultimo, esposto l’anno scorso, è  il diorama dedicato alla casa di Nazaret dopo la nascita di Gesù.

L’Associazione, i cui soci hanno prodotto numerose opere, molte donate o regalate altre conservate in  magazzino in attesa di incontrare ancora una volta  il grande pubblico,  da anni si dedica anche all'organizzazione di laboratori per principianti e appassionati:  tre o quattro giorni per ricevere i rudimenti e cimentarsi in questa travolgente arte senza tempo: “Ci vuole tanta passione per costruire presepi. Il momento più bello è sicuramente esporre e rendersi conto che le persone restano affascinate dalla tua creazione. Regalare emozioni significa aver fatto un buon lavoro”, conclude Genovese.
 

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