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Se il giudici di pace è vittima della giustizia, ecco le ragioni dello sciopero

I magistrati non togati di Messina spiegano perché si asterranno dalle udienze dal 6 al 17 maggio. L'appello a Bonafede e il rischio di un maggio nero per le udienze

I magistrati onorari fanno il lavoro dei colleghi togati. La differenza è nella busta paga. Questi ultimi guadagnano 14000 euro, i primi non arrivano allo stesso importo con uno zero in meno. 

In più: non hanno  coperture assistenziali in caso di maternità e malattia, ferie retribuite, prospettive pensionistiche. 

Il parodosso? Sono gli stessi giudici che decidono sui contenziosi lavorativi a carico di imprese sanzionando gli imprenditori che trattano i propri dipendenti come lo Stato tratta loro.

E’ la giustizia, bellezza. Ma ora è tempo di rivedere alcune regole. Ecco perché giudici di pace e magistrati onorari saranno in sciopero dal domani al 17 maggio. Lo sciopero generale è stato indetto dalle associazioni Unagipa, Federmot, Angdp e Cogita per manifestare «contro la reiterata inerzia dell’attuale Governo in merito al varo della riforma della magistratura onoraria, nonostante la questione faccia parte del Contratto di Governo».

Le giornate di sciopero hanno lo scopo di sollecitare il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, a indire un tavolo tecnico per individuare una proposta legislativa completa e coerente che risolva i problemi della magistratura onoraria.  Le associazioni sindacali dei giudici di pace, dei magistrati, dei procuratori onorari e dei giudici onorari di pace vogliono sollecitare la Commissione europea a riattivare la procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per mancanza di interventi nel settore.

Le testimonianze

"Percepiamo un compenso inadeguato e insufficiente a sostenere i costi di un nucleo familiare e men che meno a permettere alcun risparmio o accantonamento" spiega Angelo Ragonese, giudice di pace a Barcellona Pozzo di Gotto.
Per non dire delle gravi difficoltà che molti di loro si trovano ad affrontare nel caso di vicende personali delicate, come, per esempio, malattie gravi, assistenza ad anziani o disabili non autosufficienti.
"Il fatto che queste condizioni riguardino in Italia molte fasce della popolazione in età lavorativa - riferisce Anna D'Andrea, Giudice di Pace a Messina dal 2002 - è una magra consolazione, se si pensa, peraltro, che i giudici onorari in servizio, la maggior parte da oltre 15 anni, hanno un' età media di circa 55 anni". 

Molti, a causa dell'importanza dei ruoli affidatigli e delle restrizioni dovute a numerose incompatibilità, hanno di fatto rinunciato da tempo a una seconda attività lavorativa redditizia in grado di sostenerli o di rappresentare una valida alternativa allo svolgimento delle funzioni giudiziarie onorarie", aggiunge Francesca Panarello, giudice di pace a Messina.
Questa riforma rischia, dunque, di mettere in gravi difficoltà economiche le oltre 1000 famiglie dei magistrati onorari, con evidenti ricadute non solo esistenziali sui singoli, ma sociali.
Infatti, per molti purtroppo l' indennità mensile di presenza e di udienza insieme a quanto si guadagna a cottimo sui provvedimenti (sentenze e decreti ingiuntivi, per lo più) è l'unica fonte di "guadagno", tanto che alcuni non scioperano per non perdere questa entrata economica, sebbene davvero misera.

Questo fatto dà, per certi versi, più forza allo sciopero perché spiega la gravità delle situazione: "Alcuni di noi non arrivano a fine mese e rischiano l'indebitamento, come moltissimi italiani: ho idea che ciò non possa considerarsi per nulla un mezzo gaudio", continua la Panarello.
Secondo la quale: «La riforma  non è migliorativa neanche su questo punto visto che si prevede un fisso al netto pari poco più di un' attuale "pensione minima", ferma la mancanza di coperture e senza ferie retribuite né tredicesima mensilità.
La questione è un affare di giustizia sociale, non solo di quella onoraria, e lo sciopero è anche un'occasione per sensibilizzare e chiedere il sostegno dell'opinione pubblica per una riforma più equa”.

Intanto si perapa un maggio nero per la giustizia italiana in quanto oltre allo sciopero generale di giudici di pace e magistrati onorari è prevista l’astensione anche degli avvocati penalisti nei giorni 8, 9 e 10 maggio 2019 per protestare contro la Nuova legittima difesa.

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