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Morti improvvise tra i giovani, l'esperto: "Imprevedibili e legate spesso a patologie congenite"

Le tragedie di Antonio e Gianni, stroncati da un malore a 24 ore di distanza. Lo sgomento di una città intera e le tante domande senza risposta. La parola al neurologo Luca Gentile sulla mortalità giovanile

Cosa è successo a Gianni e Antonio? E' la domanda che negli ultimi giorni assilla la testa di tanti messinesi. Due ragazzi morti improvvisamente, la disperazione delle famiglie e di una città intera che si unisce alla voglia di fugare ogni dubbio.

Lo scorso 5 maggio Antonio Grillo muore nel sonno, lo ritrova il padre ancora disteso sul letto dalla notte precedente. Si pensa subito ad un problema cardiaco, eventualità assolutamente lontana dalla mente di un 29enne che amava divertirsi suonando e facendo ballare i coetanei, e dei suoi cari. Ma ad appena 24 ore di distanza la tragedia si ripete. Giovanni Freni, rapper di 25 anni, accusa un forte mal di testa prima di perdere i sensi e morire poco dopo sotto gli occhi del fratello. Inutili i soccorsi. Anche in questo caso si parla di decesso improvviso e imprevedibile, forse causato da un aneurisma. 

Le famiglie dei due ragazzi non hanno voluto affidarsi al responso dell'autopsia ponendo davanti la scelta di non indagare e di accettare il destino.

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Restano due morti così vicine cronologicamente e simili tra loro tanto da spingere la Procura ad aprire due fascicoli. Nei giorni scorsi i carabinieri hanno raccolto informazioni e testimonianze da familiari e soccorritori. Sono stati controllati anche i cellulari dei due ragazzi, ma nessun elemento che possa suggerire una correlazione tra i due fatti sarebbe stato trovato.

La parola dell'esperto

Non resta che affidarsi alla scienza per una visione generale su questo tipo di avvenimenti. In particolare, sulla mortalità giovanile, per cause lontane da malattie o tragici incidenti, si è epresso il neurologo Luca Gentile.

"Si tratta di eventi che sicuramente non rientrano nella normalità - spiega Gentile a MessinaToday - ma sono tutt'altro che impossibili. L'imprevedibilità è un fattore che purtroppo connota fatti del genere. Si pensi alla morte del calciatore Davide Astori, un atleta in salute e sottoposto a rigidi controlli con cadenza quasi quotidiana. Solo successivamente al decesso si è scoperta la presenza di una malformazione latente".

E alla base di simili tragedie ci sono, infatti,  spesso patologie congenite di difficile diagnosi. "Si può nascere - precisa il neurologo - con problematiche a livello cardiaco o cerebrale che restano nascoste per decenni o anche per tutta la vita, ma che a volte possono manifestarsi improvvisamente. E spesso l'unica conseguenza è purtroppo il decesso. L'aneurisma ad esempio può essere provocato dal rigonfiamento di un'arteria congenitamente più debole. L'aumento della pressione sanguigna porta alla rottura e alla successiva emorragia".

Come spiega poi il dottor Gentile, ci sono fenomeni legati a malformazioni o a determinati stili di vita, maggiormente frequenti nei giovani. "Uno di questi è la dissezione di un'arteria. Le pareti di un'arteria sono fatte a strati, il sangue può inserirsi al loro interno e coagularsi aumentando volume e restringendo l'arteria stessa. Un problema che può dar luogo a ictus. Negli sportivi, sottoposti a frequenti sforzi fisici, si può invece manifestare il forame ovale pervio. Una piccola apertura della parte del cuore che separa i due ventricoli e che può favorire il passaggio di un coagulo da una parte all'altra della circolazione sanguigna. Si genera così un problema cardiaco che può avere gravi ricadute a livello cerebrale".

Sono malori che risultano fatali dopo pochi secondi e che possono manifestarsi anche durante il riposo. "La morte nel sonno può essere provocata da patologie del genere, ma più semplicemente la causa può essere cercata in un'aritmia che porta al definitivo arresto cardiaco. Ma può verificarsi al contrario una fibrillazione. Alla base, non è rara una patologia congenita anche in questo caso".

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