Dall'isolamento alla violenza, nasce alla scuola Leopardi lo sportello pedagogico per aiutare i giovani
Nell'istituto capofila del progetto contro la dispersione educativa previste implementazione ascolto e attività di laboratorio. La dirigente scolastica: " Fondamentale la costruzione del senso di appartenenza negli alunni"
E’ ufficiale già dalla prossima settimana sarà attivo lo sportello sociopedagogico all’Istituto comprensivo Giacomo Leopardi. Scuola capofila di un progetto di integrazione destinato a fare dell’inclusione la carta vincente per combattere la dispersione educativa. Stamattina la firma del protocollo con il Garante dell’infanzia Fabio Costantino, con il quale già negli scorsi mesi la scuola aveva avviato iniziative anche su cyberbullismo e bullismo. Uno sportello in cui ci saranno le due pedagogiste referenti del progetto, che a rotazione due volte a settimana contribuiranno alla creazione di un clima favorevole all’interno della scuola, non mancherà un’assistente sociale come supporto di orientamento migliorativo e per una migliore funzionalità preventiva. Attivo quindi anche un servizio di ascolto due volte al mese per due ore ed al bisogno su chiamata.
Non frena l’entusiasmo la professoressa Maria Catalano referente bullismo e cyberbullismo dell’istituto: “Da martedì - dichiara- cominceremo ad organizzare le attività per la primaria e secondaria. Si partirà dall’osservazione per poi decidere le azioni da intraprendere con i ragazzi segnalati. Non si tratterà di un semplice sportello di ascolto, il nostro obiettivo resta quello di educare i ragazzi ad un comportamento migliore sia in classe che fuori dalla classe”. Ma chi saranno i destinatari dello sportello? Alunni che hanno una maggiore predisposizione alla lite, che non riescono a seguire le lezioni , ragazzi con problematiche comportamentali che la pandemia ha contibuito ad acuire: " Vogliamo che l’alunno venga a scuola volentieri- prosegue la Catalano- l’intento è costruire qualcosa di positivo per gli alunni , la loro vita deve essere migliorata e tutto deve partire dalla scuola coinvolgendo anche le famiglie”. Per la realizzazione del progetto fondamentale è stato il coinvolgimento della funzione strumentale che si occupa di sostegno e inclusione Anna Giunta, della funzione strumentale che si occupa di dispersione Ausilia Ingemi e della collaboratrice della primaria Silvana Musumeci.
A spiegare nel dettaglio le difficoltà che gli alunni si trovano ad affrontare oggi ad un anno dalla crisi pandemica una delle due pedagogiste coinvolte, la dottoressa Claudia Lo Cascio : “ E’ un‘iniziativa di integrazione- precisa -a maglie più larghe. Stiamo entrando nella scuola per lavorare attivamente. Lo scopo è ristabilire gli equilibri naturali che la pandemia ha intaccato profondamente. Sono emersi nuovi problemi comportamentali, assistiamo ad una forte destabilizzazione ad un’asocialità che deve tornare ad essere socialità. I ragazzi ormai fanno tutto dietro un pc e si sono disabituati ai rapporti sociali. Noi cercheremo con attività di gruppo di ristabilire il confronto tra pari e la socializzazione, perché i bambini e ragazzi stanno sofferendo tutti in maniera diversa. C’è chi sfoga anche con la rabbia questa sofferenza, rabbia che sfocia anche sui i social attraverso il cyberbullismo”.
"Ringrazio il dottor Costantino che con il suo grande impegno si è rivelato indispensabile sin dall'inizio di questo anno difficile-aggiunge la dirigente scolastica Ersilia Caputo- il nostro compito è quello di ricostruire e costruire la dimensione relazionale dei bambini e dei ragazzi, che saranno gli uomini del futuro. Si interverrà sui casi individuali che hanno bisogno di maggiore supporto e lavoreremo con i gruppi ". Si comincerà implementando lo sportello di ascolto e attivando laboratori: " Bisogna incentrasi sul concetto di bellezza nel senso più lato del termine- continua la dirigente scolastica- per promuovere un cammino di empatia, cura, amore per gli spazi . Il recupero scolastico parte dall'analisi dei bisogni e nella costruzione del senso di appartenza negli alunni. Bisogna far capire ai ragazzi cha la scuola fa parte del mondo, non è un luogo di reclusione e le parole da trasmettere in questo percorso sono: bisogno, piacere, bellezza e amore".